tag:blogger.com,1999:blog-46417269603084270212024-02-20T18:49:02.848-08:00Pour ParlerLo dico o non lo dico? Lo dico tanto per dire!Unknownnoreply@blogger.comBlogger26125tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-57097951143035129312014-03-13T01:41:00.000-07:002014-03-13T01:41:07.956-07:00BJORK: NASCE IL PRIMO RISTORANTE SVEDESE IN ITALIA<div style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 22.399999618530273px; margin-bottom: 20px;">
<a href="http://www.gustosidro.it/">www.gustosidro.it</a></div>
<div style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 22.399999618530273px; margin-bottom: 20px;">
Bando al conformismo gastronomico. Chi ha detto che se si vuole mangiare esotico la scelta debba ricadere necessariamente sull’ormai solito ristorante cinese, o sul giapponese, o sul vietnamita? Ora anche la cucina nordica, bistrattata e spesso confusa per via di un pizzico di qualunquismo con wurstel e crauti, si rivela seducente e tenta la scalata dei difficili palati nostrani. È così che nasce in Italia, con una sfida, il primo ristorante svedese dove, oltre ai piatti tipici del paese scandinavo, si serve anche dell’ottimo sidro, una bevanda che lassù in Scandinavia è una vecchia tradizione grazie ai vasti meleti importati, secoli fa, <a href="http://www.gustosidro.it/il-fiordo-di-hardanger-e-del-suo-pregiato-sidro/" style="-webkit-transition: all 0.7s ease-in-out; color: #d13809; text-decoration: none; transition: all 0.7s ease-in-out;" target="_blank">dai monaci cistercensi</a>. Succede in Valle d’Aosta, alle porte del capoluogo e la brasserie si chiama <a href="http://www.bjork.it/" style="-webkit-transition: all 0.7s ease-in-out; color: #d13809; text-decoration: none; transition: all 0.7s ease-in-out;" target="_blank">Bjork</a>.</div>
<div style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 22.399999618530273px; margin-bottom: 20px;">
<strong>Sfogliando il menù…</strong>Mentre si scorre il menù, è bene far ricorso a un po’ di fantasia per non lasciarsi scoraggiare dai nomi delle pietanze: knackerbrod al salmone, uova di coregone, frittelle di patate con panna acida, köttbullar. Sono termini che possono spaventare ma in realtà il primo è solamente il pane di segale, molto usato in Svezia. Il coregone invece non è nient’altro che un pesce di lago molto pregiato. Per quanto riguarda la panna acida, si può stare sereni: non è guasta ma arricchita con una spruzzata di limone. Infine, köttbullar non sono nient’altro che le tipiche polpettine di carne da servire con salse dolci o salate. Continuando la lettura si capisce che la cucina del luogo è il trionfo del pesce ed è degna dei palati più raffinati con le sue aringhe, con i suoi gamberetti e con il suo salmone marinato al sale, zucchero e aneto. Ma c’è molta originalità anche nell’elaborazione di altre pietanze. Dalle verdure, spesso marinate, all’uso spregiudicato delle spezie (che troviamo anche nel gelato) e alla caratteristica carne di cervo che, invecchiata come insaccato, ha un sapore inedito e intenso. Dulcis in fundo: l’ottima birra svedese e il nordico sidro. Quest’ultimo in particolare si sposa meravigliosamente con tutti i piatti proposti ed è una scelta molto apprezzata dai clienti che lo richiedono a gran voce.</div>
<div style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 22.399999618530273px; margin-bottom: 20px;">
<strong>Food + design: lo slogan di Bjork</strong>La brasserie non punta solo sulle novità gastronomiche ma anche sull’estetica. A dirla tutta, non esiste nella mente degli svedesi che si mettono in affari il pericolo di trascurarla. Quando entriamo in Bjork, notiamo subito che nulla è affidato al caso. Prendiamo le tavolate: sono apparecchiate con semplicità ma grande cura del dettaglio. A ben guardare non è solo l’allestimento dei posti a sedere a godere di profonda cura ma l’intero locale, a cominciare dall’architettura, essenziale e moderna, per finire al menù. E perfino il sito web è particolarmente gradevole con i suoi primissimi piani di appetitose pietanze e bevande. Insomma proprio tutto risponde allo slogan che regge l’iniziativa imprenditoriale: food + design. Cosicché non si sfugge al gusto svedese che piacevolmente avvolge l’avventore con il calore delle superfici di legno chiaro e i suoi colori vivaci e puliti. Ma ci si lascia avvolgere, e travolgere, volentieri quando si tratta di sperimentare un nuovo gustoso mix di buon cibo e buon sidro.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-16821174139954128672013-11-28T09:22:00.000-08:002013-11-28T09:22:22.243-08:00Chagall e la Bibbia in scena a Genovada <a href="http://www.whipart.it/archivio2004/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno.html" target="_blank">Whipart</a><br />
<br />
<div align="left" class="text11verde">
di <a href="http://www.whipart.it/archivio2004/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno.html#">Serena Patierno</a></div>
<div align="left" class="text11verde">
14 luglio 2004</div>
<br />
<div align="center" class="text">
<img align="left" height="298" hspace="10" src="http://www.whipart.it/archivio2004/img/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno-img1.jpg" vspace="3" width="350" />
<br />25 Aprile - 25 Luglio<br />Museo Ebraico<br />Via Bertora, 6<br />domenica - giovedì: ore 10.00-19.00<br />venerdì: ore 10.00-17.00<br />chiusura: sabato e festività ebraiche (26-27 maggio) <br />tel. 010 887763 fax 010 8461006</div>
<br /><br />
"Tu, piccola mucca, nuda e crocefissa, tu sogni in Paradiso. Il coltello
lampeggiante ti ha fatto salire in cielo". Chagall spesso ricorda e
recita questo antico rito sacrificale ebraico che accompagna l'uccisione
del bestiame, e che da bambino ascoltava dal nonno macellaio. <br /><br />Durante
tutta la sua infanzia, episodi biblici, animali, riti e cerimoniali,
spirito religioso e mistico, figure di musici e violini, si radicano e
si sviluppano in ambienti pervasi da tradizione e familiarità,
costruendo la sua mente e popolando la sua fervida immaginazione. <br />La
comunità ebraica, della quale Chagall fece parte, è determinante nella
formazione dell'uomo e dell'artista, che in seguito si dedicherà con
passione alla rappresentazione della Bibbia, suo primo patrimonio
culturale. <br />Le illustrazioni di quest'ultima nascono nella sua
intimità - egli infatti le aveva vissute con la fantasia dell'infanzia -
ed esibiscono molte delle tematiche che gli furono più care, dal
racconto della quotidiana convivenza con gli animali domestici -
ritratta con tenerezza e solennità - agli amanti, ai musicisti e agli
angeli. <br /><br />La Bibbia, a lui così familiare perché scenario di
giovinezza, cultura, rito, sogno, credo e misticismo, rappresenta un
terreno su cui muoversi, più che un oggetto da studiare o da scoprire:
un terreno da fecondare con l'inventiva e con il sogno, il quale si
declina come realtà "altra", che di continuo si interseca con quella
ordinaria, esaltandola, approfondendola e aprendola a inaspettati spazi
di ampio respiro. <br /><br />
<img align="left" height="335" hspace="10" src="http://www.whipart.it/archivio2004/img/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno-img2.jpg" vspace="3" width="250" />
Oltre 100 tele, divise in quattro sezioni tematiche, danno vita alla
mostra di Genova: "Le origini", "Il messaggio biblico", "Le grandi
figure e la Pasqua", ed infine "La Bibbia". Questa suddivisione permette
di ripercorrere, sin dalle sue "origini" (prima sezione tematica), il
filo conduttore della mostra: l'intimo dialogo fra l'artista e i temi a
lui cari, fra cui anche i personaggi del circo e le immagini
dell'infanzia a Vitebsk. Al "Messaggio biblico" appartengono invece le
opere realizzate fra il 1955 e il 1966, diciassette quadri che si
riferiscono esclusivamente ai primi due libri della Bibbia, tra i quali
emergono le cinque splendide tele ispirate al Cantico dei Cantici,
eseguite in cinque diverse tonalità di rosa. <br /><br />Segue la sezione
"Le grandi figure e la Pasqua", nella quale sono esposte pitture
dedicate alle più importanti figure bibliche, da Abramo a Mosè,
archetipi dell'umanità intera e del suo rapporto col divino. Nella
sezione "La Bibbia", sono raccolte invece tutte le tempere che,
commissionate da Ambroise Vollard, l'artista dipinse in seguito ad un
viaggio in Palestina, nella primavera del 1931: immerso in un'atmosfera
per lui commovente, Chagall vide paesaggi e visitò luoghi sacri che
influenzarono profondamente il suo linguaggio pittorico. Caratteristiche
di questo periodo sono, per esempio, la minimizzazione della
descrizione di ambienti e figure, e il recupero di una raffigurazione
primitiva. <br /><br />
<img align="left" height="402" hspace="10" src="http://www.whipart.it/archivio2004/img/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno-img3.jpg" vspace="3" width="300" />
Ognuna delle opere in mostra possiede il particolare tratto appassionato
di Chagall, il quale amava tradurre i fatti e le cose in metafore,
universalizzando i temi e i personaggi. Poté così realizzare quadri
fortemente simbolici, che, pur radicandosi nella sua intimità - portando
con sé figure, ricordi, memorie e nostalgie personali - si astraggono,
prestandosi a significazioni di vasta portata: dalla sofferenza di tutti
gli uomini, simboleggiata dal Cristo, all'amore nella sua universale
rilevanza. <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />
da <a href="http://www.whipart.it/archivio2004/14-7-04-chagalbibbia-serenapatierno.html" target="_blank">Whipart</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-80492101744367236422013-11-28T09:13:00.002-08:002013-11-28T09:13:49.980-08:00Il David si mette in mostra Serena Patierno - 01.06.2004 - <a href="http://lnx.whipart.it/artivisive/169/david-michelangelo-buonarroti.html" target="_blank">Whipart</a><br />
<br />
A conclusione di un accurato lavoro di pulitura durato un anno, una
delle più celebri sculture del Rinascimento, il David di Michelangelo
Buonarroti, si offre nuovamente agli occhi degli appassionati,
proponendosi in condizioni ottimali nella ricorrenza del
cinquecentenario della sua realizzazione, che cadrà il prossimo 8
settembre. L'opera ha subito un attento restauro di tipo conservativo,
che ha permesso di rimuovere le imperfezioni e le macchie del suo
marmo, evidenziandone, con rinnovato splendore, la bellezza.<br />
<br />
<br />
Commissionata a Michelangelo dalla Repubblica Fiorentina nel 1501,
l'opera fu portata a termine nel 1504, e, subito largamente ammirata,
fu collocata in Piazza della Signoria, non senza il consiglio di
un'apposita commissione formata da celebri artisti fra cui anche
Botticelli e Leonardo da Vinci. Lì rimase fino al 1873, quando, per
preservarne l'integrità, fu deciso che fosse spostata all'interno
dell'Accademia delle Belle Arti, in cui tuttora si trova. Emanano dal
celebre David forza e ira, prestanza fisica e coraggio, bellezza
selvaggia e allo stesso tempo pura, secondo una mescolanza che
caratterizza molte delle opere michelangiolesche, testimonianza di un
singolare intreccio di misticismo cristiano e cultura pagana. <br />
Opera rappresentativa dell'arte rinascimentale, eppure non priva di
convenzioni medievali - fra cui la distinzione tra il lato destro e il
sinistro, il primo sereno in quanto protetto dal divino, il secondo
vulnerabile e movimentato, esposto al male -, la sculura è esaltazione
della forza del corpo umano e dell'orgoglio, trasposti nel motivo del
Davide biblico che, vestito solo dello sguardo superbo che illumina i
suoi occhi e che è sufficiente a glorificarne la dignità, si accinge ad
affrontare il gigante Golia. <br />
Il corpo colto in movimenti atletici tali da evidenziarne la prestanza,
le sue splendide proporzioni, il vigore della muscolatura, sono alcuni
dei motivi ricorrenti in Michelangelo, persino nelle strutture
impersonali dell'architettura, nella quale, infatti, egli dichiarava di
trovare richiami a quell'anatomia umana di cui fu perfetto conoscitore.
La bellezza del corpo, nonostante l'atmosfera combattuta che regnava
nel suo tempo, in cui ancora lo spirito medievale con il suo
teocentrismo non era del tutto tramontato, è rappresentata con forza
nella sua contraddizione, nell'unione di elementi divini e bestiali,
elemento di sofferenza e mezzo di ascensione contemplativa. Il bello
diventa celebrazione del creato e mezzo di ascesa al cielo, che non si
compie più attraverso il pentimento e l'umiliazione, bensì con una
contemplazione che non escluda l'essenza carnali dell'uomo,
rappresentata dal nudo. <br />
<br />
Così, mentre Savonarola con prediche infervorate e misticismo imbevuto
di terrore, infiammava le anime devote di Firenze, e predicava un'arte
edificante e assoggettata alla religione, Michelangelo concepiva e
realizzava opere come il Bacco e, poco dopo, il David, esaltando
un'arte che si apre alla contemplazione di una bellezza e di un'armonia
del tutto umane, emananti sì dal divino, ma recanti in sé anche gli
aspetti più negativi e materiali della creazione. L'arte di
Michelangelo, in questo senso, mostra l'uomo come un microcosmo carico
di ogni caratteristica del creato, della bellezza e della virtù, come
della natura animalesca legata alla sua materialità.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-73316051021770564732013-11-28T09:07:00.000-08:002013-11-28T09:07:32.769-08:00I videogiochi, il mezzo di comunicazione del prossimo futuroC'è qualcosa di magico nei videogame. Sono ancora un aspetto marginale della nostra cultura e
secondo il sentire comune, nonostante le palesi smentite dei dati di
vendita che parlano di un pubblico adulto, <span class="c1"> </span> ancora tipici dell'intrattenimento da giovani e giovanissimi. <br />
<br />
Non sono mistificati come lo è, per esempio, il cinema. Inoltre,
mentre il cinema, e perfino la letteratura, sono media influenzati
frequentemente da scopi quali il successo e il guadagno, i videogame
sono ancora il selvaggio west dell'economia di massa. E la
mistificazione non è intesa negativamente, bensì come una via verso la
familiarizzazione del medium e il conseguente potenziamento del valore
espressivo, che cresce tanto più quanto più si allarga il pubblico di
spettatori o giocatori.<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
È questa l'opinione espressa da <a href="http://www.marceckoenterprises.com/facts/facts.shtml" target="_blank"><span style="color: #678900;">Marc Ecko</span></a>,
guru della moda da 1 miliardo di dollari all'anno, intrappolato dal
fascino del mondo dei videogame a tal punto da dichiarare di volersi
impegnare ancora più seriamente nell'affascinante esperienza. </div>
Il videogioco, come medium, è ancora tutto da esplorare e i più impavidi indicheranno la strada a chi arriverà dopo.<br />
<br />
Siamo,
insomma, ancora in tempo per pensarlo e inventarlo come a un medium
d'espressione allo stesso modo dei film e della letteratura, solo
diverso nella forma espressiva.<br />
<div class="MsoNormal">
L'industria di
giochi commerciali, prosegue Ecko, punta ad assomigliare all'industria
hollywoodiana, mentre i produttori di giochi indipendenti hanno ancora
la possibilità di puntare a nuove tecniche di gioco e a nuovi soggetti,
nel tentativo di far breccia tra le grandi case. </div>
E un grande
ventaglio di possibilità si dispiega davanti a noi: così come il medium
del film è usato a scopi commerciali, artistici e perfino casalinghi ed
educativi, anche il videogioco è bene che esplori tutti questi
particolari canali.<br />
<br />
Che sia per aiutare il marcato, che sia per ampliare le proprie possibilità a forza di tentativi, è un mondo da incoraggiare e <i class="c2">esplorazione</i> è la parola d'ordine.<br />
<div class="MsoNormal">
Una
strada da percorrere è quella che conduce il videogioco lontano dal
mondo dell'intrattenimento schietto. Ecco che la noia diventa
fondamentale in quello che potremmo definire il <i class="c2">gioco serio</i>, o educativo. </div>
Si
tratta di giochi che addestrano soldati e i dipendenti di società,
educano gli studenti di liceo, aiutano i diabetici a gestire lo zucchero
nel loro sangue, persuadono i clienti a comprare prodotti e servizi. <br />
E,
sottolinea Ecko, i giochi seri hanno un importante ruolo nel far
maturare il questo nuovo medium, non perchè addestrano, educano o
informano, ma proprio perchè lo rendono più noioso. In una parola,
demistificato. <br />
Nel senso che occorre allargare la sfera di
persone a cui il gioco fa riferimento rendendo familiare il medium,
facendo vedere ciò che rimane dietro le quinte. <br />
Se Casablanca può
essere interpretato come un'esplorazione dei sentimenti di amarezza e
di compassione portato all'attenzione di un pubblico pressoché
illimitato, il videogioco può diventare il Casablanca del nostro medium
futuro.<br />
<br />
<div class="TextData">
Autrice: Serena Patierno</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-82225233865959906442013-11-28T09:02:00.005-08:002013-11-28T09:02:45.179-08:00Sony annuncia il suo mondo virtuale<div class="doc">
<div class="articolo">
<div class="testo">
<div class="p">
Tratto da <a href="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/03_Marzo/08/mondi.shtml" target="_blank">Corriere della Sera.it</a><span class="sommario"><br /></span></div>
<div class="p">
<span class="sommario"> </span></div>
<div class="p">
<span class="sommario">La casa giapponese lancerà in autunno Home, che
permetterà via PlayStation 3, di socializzare in ambiente 3D come in
Second Life</span></div>
<div class="p">
<span class="span" id="U12028586396265GE" style="font-weight: bold;"> </span></div>
<div class="p">
<span class="span" id="U12028586396265GE" style="font-weight: bold;">SAN FRANCISCO (USA) </span>–
Il successo dei mondi virtuali e tridimensionali online è solo
all'inizio: il precursore Second Life, che per ora resta comunque quello
di maggior successo, è destinato ad avere molti rivali e non solo su
Pc, ma anche su console. Infatti, Sony sta per rilasciare la sua
versione ideata per la Playstation 3. Arriverà in autunno, si chiamerà
Home e si presenterà come un servizio gratuito offerto agli utenti. Lo
racconta Phil Harrison, presidente di Sony Computer Entertainment's, a <a href="http://www.blogger.com/null" target="">CNet </a>. </div>
<div class="p">
<span class="span" id="U1202858639626CjG" style="font-weight: bold;">COME FUNZIONA</span>
– Il mondo 3D di Home è un social network popolato da avatar –
personaggi virtuali che rappresentano i giocatori – a cui è offerto uno
spazio gratuito per il dialogo e la socializzazione. I personaggi,
caratterizzabili a scelta dal giocatore, si incontrano in uno spazio
pubblico chiamato Central Lobby e là danno il via alle loro attività
che, come in Second Life, sono affidate alla fantasia degli utenti e
stimolate da un ambiente confortevole e esteticamente eccellente grazie
alle ottime potenzialità grafiche della console di Sony. L'idea di Home è
anche quella di amplificare le possibilità comunicative già offerte dal
network di Ps3: si può avere un dialogo attraverso la chat testuale,
video o audio. Ma non si punta a innescare un processo creativo gestito
solo dagli utenti. Infatti, in questo mondo non è permessa la libera
creazione di contenuti, aspetto che invece rappresenta il cuore di altri
mondi virtuali. Gli ideatori hanno optato per un maggior controllo
degli ambienti perché intendono garantire la piacevolezza e
l'accoglienza a ogni costo. Insomma, negli spazi privati si tollera
tutto, ma in quelli pubblici la mano dei moderatori si fa più invadente.
</div>
<div class="p">
<span class="span" id="U1202858639626OkE" style="font-weight: bold;">SONY SI RILANCIA</span>
– Home rappresenta per Sony uno sbocco per l'esigenza di buttarsi nella
nuova generazione dell'intrattenimento. Esigenza pressante, un po' per
le opportunità effettivamente in ballo, un po' per dare una spinta al
mancato decollo della sua Ps3, che ha sofferto viste le vendite che
languono al di sotto del previsto e il mancato superamento delle eterne
rivali Wii e Xbox360. Ma Sony non si ferma qui: annuncia nuovi giochi
con tutte le carte in regola per richiamare l'attenzione del mercato:
LittleBigPlanet, per esempio, che ricorda l'attesissimo Spore di
Electronic Arts, in cui si possono creare mondi ed esseri animati
multiformi - e non solo antropomorfi - e vedere la loro evoluzione. </div>
<div class="p">
</div>
<div class="p">
</div>
<div class="firma">
Serena Patierno</div>
</div>
</div>
</div>
<div class="data-pubb">
09 marzo 2007</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-86903156568410371072013-11-28T08:48:00.002-08:002013-11-28T08:48:59.622-08:00I giochi del 2008! Aguzzate la vista prima di perderlaChe cosa riserva il nuovo anno agli appassionati di videogame? Lo svela il Guardian, che fa una <b>panoramica dei migliori titoli in arrivo</b> per Pc e console. Da The Agency a Left 4 Dead fino a Super Smash Bros Brawl ce n’è per tutti i gusti.<br />
Il 2008 sarà un anno ricco di novità videoludiche. Il settore va forte e i produttori si danno da fare a sfornare <b>titoli di ogni genere</b>, dalle avventure online ai classici agli sparatutto in prima persona. Da Blizzard a Sony, ognuno riserva una sorpesa. E <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Fblogs%2Eguardian%2Eco%2Euk%2Fgames%2Farchives%2F2008%2F01%2F04%2Fthe%5Ftwenty%5Fother%5Fgames%5Fto%5Flook%5Fforward%5Fto%5Fin%5F2008%5Fpart%5Ftwo%2Ehtml" target="_blank">il Guardian ha selezionato</a> le migliori promesse. Il più agguerrito sembra essere <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Ftheagency%2Estation%2Esony%2Ecom%2F" target="_blank">The Agency</a>,
un videogioco che offre la possibilità di affrontare le avventure
online, con la collaborazione – o l’intralcio – di altri utenti sparsi
per il mondo. Per Pc e per PlayStation 3, ogni giocatore può vestire i<b> panni di un agente segreto dei giorni nostri </b>e affrontare impavido le sfide che gli si presentano grazie a travestimenti, viaggi, intrighi e scaltrezza.<br />
Per gli appassionati del <b>genere horror</b>, invece, è in arrivo <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Fwww%2El4d%2Ecom%2F" target="_blank">Left 4 Dead</a>, di Turtle Rock. <b>Zombie, villaggi abbandonati, cimiteri</b>
e atmosfere da brivido piene di azione e anche violenza. La trama si
svolge in un mondo post apocalittico di grande impatto visivo e
psicologico, con luoghi abbandonati e in rovina popolati da esseri
inquietanti e da zombie (per Pc e Xbox). Per la Psp arriverà un nome che
ha incuriosito molto gli appassionati: parliamo di Patapon, dalla
grafica semplice e originale. Sony in questo titolo si dedica ai <b>ciclopi che si scontrano </b>con
varie difficoltà e per avanzare di livello occorrerà non solo conoscere
simpatiche combinazioni di termini chiave, ma anche allenare bene le
dita.<br />
Altra grande promessa dalla grafica affascinante è Prototype, della <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Fwww%2Eradical%2Eca%2Fnews%2Ecfm" target="_blank">Radical Entertainment</a> per Xbox, Ps3 e Pc. Un’avventura in prima persona da vivere <b>nella città di New York.</b>
L’azione, aperta a ogni possibilità, vede il giocatore in grado di
muoversi liberamente, perfino in altezza – scalando per esempio i
grattacieli – per dirimere le maglie di una intricata cospirazione.
Molto atteso<b> <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Fwww%2Estarcraft2%2Ecom%2F" target="_blank">StarCraft II</a>, in cui Blizzard punta sempre sui cardini del successo del primo capitolo</b>
– semplicità e giocabilità – aggiungendo solo nuove possibilità,
caratteristiche, edifici e migliorando notevolmente la grafica. Insomma,
Blizzard pare certa che il <b>mondo extraterrestre</b> in cui gli umani si trovano a combattere contro gli alieni abbia ancora molto da offrire agli appassionati del genere.<br />
Fra i tanti non si può non citare Super Smash Bros Brawl, il titolo di Nintendo dedicato alla Wii. <b>Il mitico <a href="http://www.visionpost.it/showpage.asp?URL=http%3A%2F%2Fwww%2Esmashbros%2Ecom%2F" target="_blank">Super Mario Bros</a> rivive un’avventura leggendaria fatta di scontri corpo a corpo, di incantesimi e sfide a sorpresa.</b>
L’amato Mario lancerà tartarughe e palle di fuoco ma in arene sempre
diverse, variopinte e dalle belle prospettive. E’ giocabile anche in 4 e
fa gola a tutti gli amanti della popolare console che fra i tanti pregi
ha anche quello di far fare sport ai pigri.<br />
<a href="http://www.visionpost.it/index.asp?C=1&I=2769">Articolo</a><br />
Autore: Serena Patierno<br />
Fonte:<a href="http://notedisport.wordpress.com/2008/01/05/i-giochi-del-2008-aguzzate-la-vista-prima-di-perderla/www.visionpost.it">Visionpost</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-73055942700164616682013-11-28T08:12:00.004-08:002013-11-28T08:12:56.839-08:00Scegliere un prodotto e un servizio: quanto Internet influenza gli acquisti e in quali settori maggiormente? <i>di Serena Patierno</i> <br />
Consigli per gli acquisti: una volta c’erano le pubblicità in tv che
con i loro slogan martellanti indirizzavano le spese dei consumatori.
Oggi lo shopping è diventato più articolato e in un certo senso anche
più complesso a causa dell’abbondanza dei prodotti e anche della voglia
di essere protagonisti della propria scelta, subendo di meno l’influenza
dei media.<br />
<br />
L’internet con la sua natura interattiva è il medium ideale per avallare questa tendenza. Un rapporto del <a href="http://www.pewinternet.org/">Pew Internet & American Society Project</a>,
uno dei più importanti centri di ricerca diedicati all’impatto sociale
della rete, il ruolo che il web ha nelle loro scelte, intervistando
telefonicamente <b>2.400 americani</b> fra agosto e settembre del 2007.<br />
<br />
Quanto emerge è che nel mondo dello shopping internet conta ancora
relativamente poco. Tuttavia ci sono dei settori in cui ha un maggiore
impatto sulle scelte e un ruolo informativo di rilievo. Nell’acquisto
della <b>musica</b> per esempio: il 56 per cento degli intervistati ha
usato la rete per raccogliere informazioni e compiere così una spesa più
consapevole. <br />
<br />
Tuttavia solo il 7 per cento di loro ha ammesso di aver tenuto di
maggior conto i dati emersi dalle navigazioni rispetto a quelli raccolti
offline. Infine, il 22 per cento ha acquistato musica online e solo il 5
per cento ha poi condiviso pareri nei siti dedicati al social rating,
ovvero alla valutazione fatta dagli utenti che hanno provato il
prodotto.<br />
<br />
Anche il <b>mercato immobiliare</b> non se la cava male: il 49 per
cento degli intervistati ha ammesso di usare la rete per orientarsi
nell’acquisto, cercando con comodo dalla propria poltrona fra le
migliaia di annunci quello più di proprio gusto. E l’11 per cento ha
dichiarato di aver dato maggiore importanza alla ricerca online rispetto
al resto dei risultati. Solo il 4 condivide i propri pareri
post-acquisto.<br />
<br />
Il <b>telefono cellulare</b> è il terzo tipo di prodotto analizzato:
in questo caso il 39 per cento usa la rete per l’orientamento, il 10
per cento si fida di più di internet che del negoziante e il 12 completa
il proprio acquisto online. Solo il 3 per cento partecipa al social
rating. <br />
<b> </b><br />
<b>Conclusioni</b>Il mondo della musica è di certo più favorito
nella rete in quanto è un prodotto che circola sempre di più in versione
digitale giacchè proprio in questo formato si presta a essere
facilmente trasferito da un apparecchio all’altro (pc, lettore, altri
supporti). Inoltre, difficilmente un negozio dà qualche valore aggiunto:
i venditori svolgono sempre meno il ruolo dell’esperto e sempre più
quello del commesso che mette in ordine e batte cassa. Si riduce, grazie
alla rete, anche il burrone fra consumatore e artista. Quest’ultimo ha a
disposizione innumerevoli modi per interagire, presentarsi, invogliare a
propria discrezione.<br />
<br />
<b>Autore:</b> <a href="http://www.visionpost.it/" target="_blank">http://www.visionpost.it</a><br /><strong>Data di pubblicazione:</strong> 23/05/2008<br />
<div align="left">
<a href="http://www.businessonline.it/" rel="nofollow" target="_blank" title="BusinessOnline.it - Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 2.0 Generic"><img alt="BusinessOnline.it - Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 2.0 Generic" border="0" src="http://www.masteringlandingpages.com/wp-content/uploads/images/cc_businessonline.gif" /></a></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-23121668208052001842013-11-28T08:10:00.004-08:002013-11-28T08:10:57.106-08:00Viaggiare in autostop Ora c' è Roadsharing Fonte: <a href="http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/agosto/08/Viaggiare_autostop_Ora_Roadsharing_ga_10_080808077.shtml" target="_blank">La Gazzetta dello Sport</a><br />
<br />
<div class="premium_bar">
<div class="title rosso-archivio pay">
Pubblicato nell'edizione del 8 agosto 2008</div>
</div>
<h3 class="strong">
di SERENA PATIERNO</h3>
<div class="p">
Se affrontare un viaggio in
autostop equivale a libertà, avventura ma anche rischio, è bene sapere
che esiste Roadsharing (www.roadsharing.com): un servizio che mette in
comunicazione i viaggiatori di tutto il mondo che offrono o che
accettano un passaggio in macchina. Il sito funziona come un vero motore
di ricerca, che permette di visualizzare un elenco di tragitti a cui
aderire - dividendo le spese - o crearne di nuovi. Roadsharing non è l'
unico servizio di questo genere ma è il primo tutto italiano e allo
stesso tempo internazionale: è, infatti, disponibile in cinque lingue.</div>
<cite class="signature">Patierno Serena</cite>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-67422703904572096682013-03-30T12:30:00.001-07:002013-11-28T08:38:29.850-08:00Il sidro in Israele: breve storia di un giovane amore<h1>
Il sidro in Israele: breve storia di un giovane amore</h1>
<a href="http://www.gustosidro.it/il-sidro-in-israele-breve-storia-di-un-giovane-amore/" target="_blank">Fonte: Gusto Sidro</a><br />
<br />
Lentamente, ma inesorabilmente, il sidro sta conquistando anche terre
mai esplorate prima. Come Israele. Questo Paese, che a prima vista non
offre l’ambiente ideale per la coltivazione dei meli, è invece non solo
adatto ma perfino predisposto ad accogliere e far proprie tutte le
esigenze e le caratteristiche della bevanda fermentata. E se prima si
diceva che la birra fosse il “nuovo vino”, vale a dire la bevanda più
presente sulla tavola di tutte le famiglie, ora gli israeliani
dichiarano con sicurezza che invece questo posto sarà conquistato
proprio dal sidro.<br />
<h3>
Un esordio sfortunato</h3>
<b></b>La storia del sidro in Israele è davvero recente. Le
prime bottiglie da queste parti sono arrivate a metà anni Novanta ma
hanno avuto vita breve. Il marchio di allora, Cider Hagalil, mise in
vendita un prodotto forse troppo particolare, eccessivamente forte e
dolce, che non era destinato a fare breccia in un gran numero di cuori. E
infatti scomparve rapidamente. Ma oggi, ancor prima di attendere
l’importazione, gli israeliani hanno iniziato a coltivare le proprie
mele, in particolare nell’altopiano del Golan, a settentrione. Dove la
terra di origine vulcanica offre tufo, basalto e minerali a volontà che
rendono le mele gustose, ben bilanciate e ricche di profumi. E danno
qualità anche al sidro.<br />
<h3>
Affinità elettive</h3>
<b></b>In verità la coltivazione delle mele ha radici ben
più antiche poiché, ancor prima dell’esplosione del vino, lassù fra le
alture e gli altopiani dell’antica terra, da tempo si raccoglievano
questi frutti che tuttavia parevano non avere possibilità alternative
rispetto al loro utilizzo classico. Ecco che ora, invece, anche a chi
s’era convertito all’uva appare pienamente la nuova e ricca opportunità:
quella della conversione in sidro, la bevanda leggermente alcolica che
grazie al suo sapore delicato si sta rivelando capace di impossessarsi
di un ampio numero di affezionati. Si cominciano infatti già a contare
diversi neofiti, a partire dal famoso <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/El_Rom" target="_blank">kibbutz El Rom</a> che,
proprio nel Golan, attorno ai 1200 metri, già da qualche anno coltiva i
propri frutti e li trasforma in due diversi tipi di sidro. Uno secco e
uno semisecco. La seconda azienda a cadere davanti all’irresistibile
tentazione è stata la <a href="http://www.turawinery.com/?lat=en" target="_blank">fattoria Tura</a>
, nelle alture della regione Samaria, dove oltre al vino e all’olio si è
deciso di lanciare il nuovo sidro, prodotto con mele biologiche. Terzo
pioniere della nuova rotta: Denny Neilson, californiano trapiantato fra
le colline di Gerusalemme dove con il suo marchio <a href="http://www.isra-ale.com/" target="_blank">Isra-Ale</a> produce birra, vino e ora anche sidro rifornendosi di frutta dai vicini kibbutz.<br />
<h3>
Futuro roseo, anzi dorato</h3>
Si tratta quindi più che altro di un ritorno al passato, corredato
dal recupero di tradizioni e saperi, a favore di un nuovo futuro che si
chiama sidro. E se ancora oggi quando si chiede a un israeliano che cosa
sia quest’ultimo, è facile che ci si senta rispondere che è un certo
tipo di succo di mela, qualcosa ora sta cambiando irrimediabilmente e
“sidro” è già per molti sinonimo di bevanda color oro, dissetante,
fresca, perfetta per le giornate assolate così frequenti a quelle
latitudini. E di affari d’oro.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-66235910923391974942013-03-30T09:17:00.003-07:002013-11-28T08:38:13.220-08:00Mele artistiche per le strade di Mosca e altre opere di frutta<h1>
Mele artistiche per le strade di Mosca e altre opere di frutta</h1>
<div class="social-ring">
<div class="social-ring-button">
<span style="height: 20px; width: 71px;"></span></div>
</div>
<div style="clear: both;">
Fonte: <a href="http://www.gustosidro.it/mele-artistiche-per-le-strade-di-mosca-e-altre-opere-di-frutta/" target="_blank">Gusto Sidro </a></div>
<div style="clear: both;">
</div>
Lo scorso ottobre per le strade di Mosca sono spuntate tante mele. Si
sono fatte trovare al ciglio delle strade, in mezzo ai lampioni, sui
marciapiedi. Da un giorno all’altro come se nulla fosse: erano
metallizzate o opache, rosse, gialle, argentate, multicolore. Lì ferme a
occupare uno spazio tutto loro, rubato alla routine della metropoli e
all’indistinto ammassarsi di oggetti qualunque che si dipanano nello
spazio cittadino. Erano lì per stupire e ci sono riuscite. Grazie al
loro creatore Alessandro Gedda, un artista dalla grande versatilità che
sta diventando sempre più internazionale. Che le ha messe in scena
durante la moscovita settimana del Design, manifestazione che ha
raccolto i protagonisti internazionali del design grafico, fashion e
industriale.<br />
<h3>
Come delle mele a Mosca</h3>
Mosca non è una città qualunque. Vi si respira la storia, quella
importante e grandiosa. Ed è ricolma, anzi straboccante, di una
personalità solo sua, con i suoi spazi giganteschi e maestosi, con i
suoi lussi scintillanti, con le sue differenze sociali e contraddizioni
laceranti. Eppure perfino una metropoli così, dove 18 milioni di persone
pullulano ogni giorno e i monumenti sono così vivi che pare respirino,
esiste la monotonia del quotidiano. E l’artista Gedda proprio quella
voleva lacerare spargendo le sue mele. Ben <a href="http://www.facebook.com/media/set/?set=a.441768339194664.95898.100000845041133&type=1" target="_blank">50 giganteschi pomi</a> di
due metri d’altezza, così particolari da brillare di luce propria. Ma
perché a spuntare come funghi, notte tempo, sono state proprio le mele?
Semplice: le mele sono capaci di dar luogo a un abbraccio cosmico. Uno
stare insieme di tutte le persone in un unico simbolo ancestrale e
presente nella maggior parte delle culture. E le vigorose pennellate di
Gedda le rendono ancora più coinvolgenti, fra il color oro a ricordare
la dea Afrodite, la più bella, e il rosso e il giallo e il nero, e tutti
i colori che ci ricordano le energie primordiali della natura espresse
in segni vigorosi tanto quanto le forze che regolano l’universo: la
gravitazione, le forze nucleari, l’elettromagnetismo. E poi
tornando dall’universo al piccolo mondo umano, ce n’è per tutti: con le
sue mele si va dai luoghi simbolo della nostra cultura come New York,
alla falce e martello. Dalle cupole o minareti, alle firme, i fiori, le
date, i graffiti.<br />
<h3>
La geometria della frutta</h3>
Ma il frutto proibito non ha ispirato solo Alessandro Gedda. Sakir
Gökçebag, fotografo turco largamente apprezzato nel mondo, si lascia
affascinare da <a href="http://www.thisiscolossal.com/2012/10/the-geometric-food-art-of-sakir-gokcebag/" target="_blank">frutta e verdura in genere</a>.
Eppure per la mela ha sempre un occhio di riguardo. La ritrae come un
solido geometrico qualsiasi, da scomporre e ricomporre a piacimento,
cercando coincidenze perfette e stupefacenti. È un po’ questo il senso
della raccolta fotografica di Gökçebag, che trasforma fagiolini e
cocomeri, peperoncini e mele in codici a barre, scacchiere astratte,
rombi, cerchi, raggiere strappandoli dal loro ambiente e
dall’interpretazione del senso comune. In una frase: facendone strumenti
artistici.<br />
<b>Le mele</b>: la precisione meticolosa del taglio e la
mano ferma nella composizione sono i segreti di questo artista che non
manipola in nessun modo le sue foto ma ricorre solo alla sua arte
concreta, fatta di coltello e fantasia. Le sue mele a metà formano
cerchi e quadrati perfetti e perfino quadrati nei quadrati. Oppure, e
qui occorre una maniacale cura del dettaglio, creano degli insiemi tanto
coesi da sembrare un unico frutto. E invece sono tanti pezzi di mela
tagliati in modo da coincidere al millimetro con gli altri e da
compattarsi in modo perfetto.<br />
<h3>
Florent Tanent e la frutta impensata</h3>
Il fotografo francese <a href="http://cargocollective.com/ftanet" target="_blank">Florent Tanent</a> è
un’altra (piacevole) vittima del fascino della frutta. La mette in posa
come una bella modella e la rende affascinante così come non era mai
stata prima. In una parola la mette in scena e fa vedere a tutti che
esistono carote e zucchine, mele e peperoni, cipolle e limoni visibili
anche da un’altra prospettiva. Mele sbucciate a metà si trasformano da
semplice esemplare di frutto a morbida evocazione dell’atto si
spogliarsi e lasciar intravedere il proprio lato più indifeso. Pomi che
si incastrano e si trasformano in qualcos’altro, forse un bruco, forse
un serpente. Queste metamorfosi hanno animato l’esibizione di Parigi <i><a href="http://www.thisiscolossal.com/2013/01/florent-tanet/" target="_blank">A Colorful Winter</a></i><i> </i>che
a fine gennaio ha ravvivato i grigiori dell’inverno con i suoi giochi
di scale, sia di colori che di grandezze, per una serie di nature morte
che si ribellerebbero a sentirsi chiamare così. È nondimeno raro vedere
un’arte tanto viva. Ma la frutta, che evoca l’umiltà del quotidiano, e
che per eccellenza è esempio di natura morta, termine coniato durante il
Rinascimento proprio per indicare il ritratto di oggetti inanimati,
nell’arte contemporanea muta. Da umile decorazione pian piano nel tempo
s’è trasformata facendosi carico di un’infinità di simboli, dal caduco
all’eterno e al vitale, dalla bellezza alla corruttibilità. Fino ad
arrivare all’arte contemporanea dove, spogliandosi con un colpo di mano
improvviso, può anche presentarsi in tutta la sua semplice bellezza e
irrompere solo grazie a se stessa facendo a meno di complesse allegorie.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-45269584206819043482013-02-23T06:47:00.003-08:002013-11-28T07:53:58.633-08:00Interessi pubblici e vizi privati della drug industry<br />
<div class="newshead" style="background-image: url(http://www.ferpi.it/images/site/submenu.gif); background-position: 50% 100%; background-repeat: repeat no-repeat; color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; position: relative;">
<h1 style="font-size: 1.2em; letter-spacing: -1px; line-height: 1.3; list-style: none; margin: 10px 0px 0px; padding: 0px;">
Interessi pubblici e vizi privati della drug industry</h1>
<div class="tagline" style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<b style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">L'industria farmaceutica accusa un altro colpo. Questa volta a essere coinvolta in uno scandalo è la Abbott, a causa delle sue strategie di corteggiamento con i medici. Ma in generale la vicenda riporta l'attenzione sulla lobby farmaceutica e gli interessi troppo privati.</b></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Fonte: <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1" target="_blank">Ferpi</a></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
21/02/2006, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/1" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Notizie RP</a>, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1#comments" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Commenti</a></div>
<div class="addthis_toolbox addthis_default_style " style="bottom: 10px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; right: -10px; width: 130px;">
<a class="addthis_button_facebook at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Facebook"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_facebook at16t_facebook" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -288px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on facebook</span></span></a><a class="addthis_button_google at300b" href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=250&winname=addthis&pub=ra-4eb1535f607e2575&source=tbx-250&lng=it&s=google&url=http%3A%2F%2Fwww.ferpi.it%2Fferpi%2Fnovita%2Fnotizie_rp%2Fnotizie_rp%2Finteressi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry%2Fnotizia_rp%2F34212%2F1&title=Interessi%20pubblici%20e%20vizi%20privati%20della%20drug%20industry%20-%20Ferpi&ate=AT-ra-4eb1535f607e2575/-/-/5128d27a77fe6f26/2&frommenu=1&uid=5128d27aa18eb9bd&ct=1&pre=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" style="color: #a4342f; 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cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Linkedin"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_linkedin at16t_linkedin" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -464px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on linkedin</span></span></a><a class="addthis_button_twitter at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Tweet"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_twitter at16t_twitter" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -896px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on twitter</span></span></a><a class="addthis_button_email at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Email"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_email at16t_email" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -272px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on email</span></span></a><a class="addthis_button_compact at300m" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/interessi-pubblici-e-vizi-privati-della-drug-industry/notizia_rp/34212/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_compact at16t_compact" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -576px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px 4px 0px 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">More Sharing Services</span></span></a><br />
<div class="atclear" style="clear: both; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
</div>
</div>
</div>
<div class="newsboby" style="color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Una delle più grandi aziende del settore al mondo, la Abbott Laboratories, è in difficoltà per aver permesso ai suoi medici alcune frivole agevolazioni in diverse attività di svago, fra cui corse di cani, lapdance e biglietti per Wimbledon.<br />
<br style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;" />
La ABPI Association of the British Pharmaceutical Authority, che sorveglia il settore, ha sospeso la società per sei mesi perché non avrebbe rispettato il codice deontologico, permettendo il rimborso di spese non riconducibili all'attività dell'industria stessa.<br />
Il codice prevede infatti che le uniche agevolazioni debbano riguardare contesti di studio, educazione o ricerca; e la Abbott ammette alcuni episodi di trasgressione delle regole.<br />
Il colosso farmaceutico annuncia che saranno presi presto provvedimenti, e che alcuni lavoratori coinvolti negli scandali saranno persino allontanati.<br />
Un articolo del <a href="http://www.guardian.co.uk/frontpage/story/0,,1709327,00.html#article_continue" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;" target="_blank"><b style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">Guardian</b></a><b style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;"> </b>spiega nel dettaglio quali sono state le occasioni di facilitazioni indebite di cui la nota società è accusata e riapre un tema delicato e spinoso.</div>
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Serena Patierno - Totem</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-14369420215530581592013-02-23T06:46:00.005-08:002013-11-28T08:38:01.577-08:00Al videogioco della chimica<br />
<h2 style="background-color: #fafcff; color: #606060; font-family: Verdana, Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 1.6em;">
Al videogioco della chimica</h2>
<div class="date" style="background-color: #fafcff; border-bottom-color: rgb(176, 176, 176); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; color: #2a2a2a; font-family: Verdana, Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 15px; margin-top: -10px; padding: 0px;">
Pubblicato da <a href="http://chipsandsalsa.wordpress.com/" style="color: #0b6d90; font-weight: bold; text-decoration: none;">franco carlini</a> su 31 maggio, 2007</div>
<div class="entrytext" style="background-color: #fafcff; color: #2a2a2a; font-family: Verdana, Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; overflow: hidden; padding-top: 0px;">
<div class="pezzotitolo" style="line-height: 1.5em; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Fonte: <a href="http://chipsandsalsa.wordpress.com/2007/05/31/al-videogioco-della-chimica/" target="_blank">Chips&Salsa </a></div>
<div class="pezzofirma" style="line-height: 1.5em; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
serena patierno</div>
<div class="pezzotesto" style="line-height: 1.5em; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Anshul Samar, alla conferenza Tiecon 2007 che si è svolta a Santa Clara in California, ha rubato la scena ai grandi della Silicon Valley. Nulla di insolito, se non fosse che lui ha solo 13 anni ed è incredibilmente sicuro del fatto suo. La sua start-up, <a href="http://www.elementeo.com/" rel="nofollow" style="color: #0b6d90; font-weight: bold; text-decoration: none;">http://www.elementeo.com</a>, vuole realizzare il sogno di tutti gli studenti del mondo: l’istruzione divertente. Per concretizzare l’idea Samar ha pensato di ricorrere ai videogame e il risultato è un gioco di ruolo che parla di chimica, materia di solito poco amata. Chiede infatti una memoria di ferro e allenarla non sempre è facile perché richiede costanza e tanto tempo libero. Ma se si pensa a quale attività i ragazzi – ma non solo – sono soliti dedicare gran parte del loro tempo saltano subito in mente i videogiochi. Perché non crearne uno, dunque, che tratta proprio di chimica? Un esercito di elementi chimici che si animano e si scontrano gli uni con gli altri. Gli eserciti sono composti a scelta dell’utente e, per essere campioni, bisogna tenere sempre un occhio rivolto alle possibili combinazioni che potrebbero avere luogo sul campo di battaglia. Ogni elemento della tavola periodica, scontrandosi con gli altri, può generare fenomeni naturali. Per esempio, la ruggine. Basterà usare la carta ossigeno se qualcuno ci attacca con la carta ferro. Elemento.com attualmente, attende di accumulare 2.500 ordini prima di cominciare a distribuire il prodotto. Ma non finisce qui: Samar sembra abbia un piano di salvataggio per le altre materie scolastiche tra le più ostiche – o che comunque si prestano a essere il tema di intrattenimenti digitali – come la matematica e la biologia.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-84811507673236025382013-02-23T06:40:00.000-08:002013-11-28T08:37:42.756-08:00Olimpiadi cinesi: le rp si rimboccano le maniche<br />
<div class="newshead" style="background-image: url(http://www.ferpi.it/images/site/submenu.gif); background-position: 50% 100%; background-repeat: repeat no-repeat; color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; position: relative;">
<h1 style="font-size: 1.2em; letter-spacing: -1px; line-height: 1.3; list-style: none; margin: 10px 0px 0px; padding: 0px;">
Olimpiadi cinesi: le rp si rimboccano le maniche</h1>
<div class="tagline" style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<b style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">I giochi olimpici del 2008 rappresenteranno per le aziende rp di Pechino un'ottima opportunità di crescita. Lo rivela una ricerca universitaria portata a termine di recente.</b></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Fonte: <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1">Ferpi</a></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
29/11/2006, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/1" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Notizie RP</a>, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1#comments" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Commenti</a></div>
<div class="addthis_toolbox addthis_default_style " style="bottom: 10px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; right: -10px; width: 130px;">
<a class="addthis_button_facebook at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Facebook"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_facebook at16t_facebook" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -288px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on facebook</span></span></a><a class="addthis_button_google at300b" href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=250&winname=addthis&pub=ra-4eb1535f607e2575&source=tbx-250&lng=it&s=google&url=http%3A%2F%2Fwww.ferpi.it%2Fferpi%2Fnovita%2Fnotizie_rp%2Fnotizie_rp%2Folimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche%2Fnotizia_rp%2F34615%2F1&title=Olimpiadi%20cinesi%3A%20le%20rp%20si%20rimboccano%20le%20maniche%20-%20Ferpi&ate=AT-ra-4eb1535f607e2575/-/-/5128d27936b5015e/2&frommenu=1&uid=5128d279e11228aa&ct=1&pre=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Google"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_google at16t_google" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -352px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on google</span></span></a><a class="addthis_button_linkedin at300b" href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=250&winname=addthis&pub=ra-4eb1535f607e2575&source=tbx-250&lng=it&s=linkedin&url=http%3A%2F%2Fwww.ferpi.it%2Fferpi%2Fnovita%2Fnotizie_rp%2Fnotizie_rp%2Folimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche%2Fnotizia_rp%2F34615%2F1&title=Olimpiadi%20cinesi%3A%20le%20rp%20si%20rimboccano%20le%20maniche%20-%20Ferpi&ate=AT-ra-4eb1535f607e2575/-/-/5128d27936b5015e/3&frommenu=1&uid=5128d2792d3326a7&ct=1&pre=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Linkedin"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_linkedin at16t_linkedin" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -464px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on linkedin</span></span></a><a class="addthis_button_twitter at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Tweet"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_twitter at16t_twitter" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -896px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on twitter</span></span></a><a class="addthis_button_email at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Email"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_email at16t_email" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -272px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on email</span></span></a><a class="addthis_button_compact at300m" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/olimpiadi-cinesi-le-rp-si-rimboccano-le-maniche/notizia_rp/34615/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_compact at16t_compact" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -576px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px 4px 0px 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">More Sharing Services</span></span></a><br />
<div class="atclear" style="clear: both; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
</div>
</div>
</div>
<div class="newsboby" style="color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Il business delle rp diventa sempre più importante anche in Cina. A confermarlo il capo dell'associazione China international public relations, Li Daoyu. Sebbene sia ancora lungi dallo sfiorare le imponenti cifre del mercato americano - più di dieci miliardi di dollari fra Usa e Regno Unito - si tratta comunque di un settore in forte ascesa: nel 2005 è cresciuto del 33 per cento rispetto all'anno precedente. Ma sarà il 2008 l'anno dei grandi cambiamenti, ne sono convinti molti professionisti che operano nel campo. E saranno le Olimpiadi di Pechino a dare la svolta.</div>
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
A rivelarlo uno studio della <a href="http://www.chinadaily.com.cn/2008/2006-11/24/content_741768.htm" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;" target="_blank">Communication University of China</a>, che ha preso in considerazione le società per le pubbliche relazioni di centri importanti come Pechino, Shanghai, Chengdu, Guangdong e Changsha. Il 67,2 per cento dei professionisti interpellati è ottimista per il futuro delle rp cinesi all'indomani dei giochi olimpici, e solo il 9,4 per cento non considera l'evento una grossa opportunità. Il 49,2 per cento degli intervistati si trova d'accordo nel dire che l'industria delle relazioni pubbliche migliorerà nei prossimi anni, il 31,7 ne è addirittura fortemente convinto, mentre solo una stringata percentuale si distingue: solo l'1,6 disapprova l'aspettativa di crescita.</div>
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
"I giochi olimipici sono un evento grandioso, e attraggono l'attenzione di tutto il mondo - spiega David Liu, direttore manageriale di una delle aziende leader a livello mondiale per le rp - e bisogna darsi da fare". Le forze e le strutture coinvolte sono tante. Da una parte c'è il comitato di organizzazione dei giochi, che si aspetta di mostrare al mondo un altro volto della Cina, forte delle grandi potenzialità di questo Paese, e dall'altra ci sono gli sponsor, che sperano di far conoscere meglio e di più i propri nomi. Il matrimonio felice sembra possibile.</div>
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Serena Patierno - Totem</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-49764340305339117722013-02-23T06:38:00.003-08:002013-11-28T08:36:42.230-08:00Oltraggio alla Catalogna<br />
<div class="headings" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; margin: 1em 0px;">
<div class="halftitle">
<br /></div>
<h1 style="font-size: 1.3em; margin: 0px;">
Oltraggio alla Catalogna<br /><span style="font-size: 13px; font-weight: normal;"><br />videogame</span></h1>
<div class="subhead" style="font-style: italic;">
<br />
Spagna Molte ombre sulla guerra di Spagna in versione videogame</div>
<div class="notes" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
<br />
29 novembre 2007 - Serena Patierno</div>
<div class="source" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
Fonte: Il Manifesto (<a href="http://www.ilmanifesto.it/" style="color: #0000aa; text-decoration: none;">http://www.ilmanifesto.it</a>)</div>
</div>
<div id="article-text" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;">
Ventiquattro luglio 1938: le truppe repubblicane cercano di impegnare i nazionalisti per distoglierli dall'agonizzante Catalogna. Scontri duri, che terminano con il ritiro delle prime al di là dell'Ebro. Siamo in Spagna, negli anni della guerra civile che ha portato al potere Francisco Franco. Ma siamo anche in una delle possibili ambientazioni proposte dal videogioco Shadows of War, appena uscito nel mercato iberico e già materia scottante di polemiche sul dubbio buon gusto di chi ha deciso di proporre svago nutrendosi dei tragici eventi di quegli anni.<br />
<br />
Il gioco è strategico e propone, a scelta, il comando delle forze governative o delle truppe che con un colpo di Stato hanno portato al lungo periodo dittatoriale. Naturalmente, però, la storia può cambiare il suo corso e Franco può fallire. Le problematiche da affrontare includono, oltre alla scelta delle tattiche di guerra e guerriglia, la gestione di limitate risorse di truppe, di oro e di carburante.<br />
<br />
Chi l'avrebbe mai detto che un mondo di pixel potesse scatenare un dibattito nazionale fra forze politiche di ogni schieramento, cariche di motivi per spaventarsi? Armi in spalla, elmetto in testa e spirito di avventura sono protagonisti di una serie di intrattenimenti videoludici in cui, a contarne il numero, ci si perde. Ma se di storia si tratta, può succedere che la levità del giocatore lasci improvvisamente il campo a un agguerritissimo scontro interpretativo. Ed è quello che sta succedendo al di là dei Pirenei da quando sugli scaffali dei rivenditori è apparso il titolo. Apparentemente innocuo, nasconde infatti - o quanto meno suscita - questioni morali di una storia non ancora assorbita, troppo vicina per essere guardata con occhi distaccati e troppo dolorosa per accettare che qualcheduno abbia voglia di vestire i panni delle truppe franchiste e farle vincere, ancora.<br />
<br />
E di occhi distaccati, nella folla di polemiche esplose, se ne sono incontrati pochi. La questione l'ha inquadrata bene il New York Times parlando con esponenti di diversi blocchi politici e categorie sociali. Certo, nessuno batte ciglio per i tanti titoli che propongono scontri storici fra qualunque popolo della Terra. Persino della cruenta Seconda Guerra mondiale si parla a iosa. Trivialità, sangue, giustizieri sommari, stragi. Tutto vero, e, nel caso di Shadows of War, tutto rivisitato in un modo che, per quanto esso abbia la pretesa dell'imparzialità, offende. Non solo la parte politica che rappresenta con orgoglio coloro che credono nella liberazione dalla dittatura, ma anche quella degli avversari conservatori.<br />
<br />
Da una parte, tocca i nervi di persone che ancora risentono della perdita dei propri cari. Carlota Leret, figlia di un combattente giustiziato dalle truppe franchiste, ha dichiarato: "Il gioco in questione non serve a ricostruire alcuna memoria storica, ma solo a banalizzare morte, tirannia e violenza". Dall'altra, coinvolge conservatori come Manuel Contreras, editorialista di Abc, che esprime sdegno per un argomento adatto solo a rendere più profondo lo strappo che spacca ancora in due la Spagna, alle prese con una rivisitazione storica avviata da Zapatero e dalle sue proposte di legge per il risarcimento delle vittime. Il Paese è diviso dalla memoria e respira un'aria grave: "A Barcellona, durante tutte quelle ultime settimane che trascorsi là, c'era una strana sensazione malevola nell'aria - un'atmosfera di sospetto, paura, incertezza e odio velato", scriveva Orwell in Omaggio alla Catalogna. Atmosfera risvegliata oggi da un curioso appuntamento con la storia. Curioso, sì, perché scaturito da quella che è stata definita "l'industria della memoria", a cui il settore videoludico si sta abbondantemente dedicando. Anche se parlarne - sostiene il creatore del videogioco Francisco Pérez - non può fare che bene alle nuove generazioni a cui le scuole non forniscono strumento alcuno per conoscere i fatti.<br />
<br />
Se il passato può essere riscritto anche da un videogioco, è vero ciò che si vocifera a proposito dell'universo ludico, tanto vasto e integrato nel quotidiano da essere capace di cambiare la visione del mondo. Di certo è capace di avviare dibattiti. Come è successo in Italia nel 2004, all'uscita del titolo Il Rosso e il Nero, che nulla ha a che fare con Stendhal bensì con i colori politici di partigiani e fascisti. Il videogioco, ambientato nel 1943 fra le strade di Firenze, di Pavia e di altre città teatro di battaglie per la libertà dal regime, ha avviato uno scontro mediatico sulla possibilità di interpretare il Duce in persona.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-18999488276276599032013-02-23T06:37:00.000-08:002013-11-28T08:36:53.911-08:00Operazione pubblicitaria lavaggio verde<br />
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<div class="newshead" style="background-image: url(http://www.ferpi.it/images/site/submenu.gif); background-position: 50% 100%; background-repeat: repeat no-repeat; color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; position: relative;">
<h1 style="font-size: 1.2em; letter-spacing: -1px; line-height: 1.3; list-style: none; margin: 10px 0px 0px; padding: 0px;">
Operazione pubblicitaria lavaggio verde</h1>
<div class="tagline" style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<b style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">Un'azienda su cinque è sospettata di stilare bilanci sociali scorretti, puntando a un'informazione poco chiara e anche un po' ingannevole.</b></div>
<div style="font-size: 11px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
<span style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: small; line-height: normal;">Fonte: </span><a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/operazione-pubblicitaria-lavaggio-verde/notizia_rp/34621/1" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal;">Ferpi.it</a><br />
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28/02/2006, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/1" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Notizie RP</a>, <a href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/operazione-pubblicitaria-lavaggio-verde/notizia_rp/34621/1#comments" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;">Commenti</a></div>
<div class="addthis_toolbox addthis_default_style " style="bottom: 10px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; right: -10px; width: 130px;">
<a class="addthis_button_facebook at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/operazione-pubblicitaria-lavaggio-verde/notizia_rp/34621/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Facebook"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_facebook at16t_facebook" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -288px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on facebook</span></span></a><a class="addthis_button_google at300b" href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=250&winname=addthis&pub=ra-4eb1535f607e2575&source=tbx-250&lng=it&s=google&url=http%3A%2F%2Fwww.ferpi.it%2Fferpi%2Fnovita%2Fnotizie_rp%2Fnotizie_rp%2Foperazione-pubblicitaria-lavaggio-verde%2Fnotizia_rp%2F34621%2F1&title=Operazione%20pubblicitaria%20%C2%93lavaggio%20verde%C2%94%20-%20Ferpi&ate=AT-ra-4eb1535f607e2575/-/-/5128d277c329784b/2&frommenu=1&uid=5128d2777871644b&ct=1&pre=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Google"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_google at16t_google" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -352px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on google</span></span></a><a class="addthis_button_linkedin at300b" href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=250&winname=addthis&pub=ra-4eb1535f607e2575&source=tbx-250&lng=it&s=linkedin&url=http%3A%2F%2Fwww.ferpi.it%2Fferpi%2Fnovita%2Fnotizie_rp%2Fnotizie_rp%2Foperazione-pubblicitaria-lavaggio-verde%2Fnotizia_rp%2F34621%2F1&title=Operazione%20pubblicitaria%20%C2%93lavaggio%20verde%C2%94%20-%20Ferpi&ate=AT-ra-4eb1535f607e2575/-/-/5128d277c329784b/3&frommenu=1&uid=5128d277dd79bf5b&ct=1&pre=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Linkedin"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_linkedin at16t_linkedin" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -464px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on linkedin</span></span></a><a class="addthis_button_twitter at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/operazione-pubblicitaria-lavaggio-verde/notizia_rp/34621/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Tweet"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_twitter at16t_twitter" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); background-position: 0px -896px; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">Share on twitter</span></span></a><a class="addthis_button_email at300b" href="http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/notizie_rp/operazione-pubblicitaria-lavaggio-verde/notizia_rp/34621/1#" style="color: #a4342f; cursor: pointer; float: left; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 2px; text-decoration: none;" title="Email"><span class="at16nc at300bs at15nc at15t_email at16t_email" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget011_top.gif); 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float: left; height: 16px; list-style: none; margin: 0px 4px 0px 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 16px;"><span class="at_a11y" style="height: 1px !important; list-style: none; margin: 0px; overflow: hidden !important; padding: 0px; position: absolute !important; top: auto !important; width: 1px !important;">More Sharing Services</span></span></a><br />
<div class="atclear" style="clear: both; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
</div>
</div>
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<div class="newsboby" style="color: #1f1f1f; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="font-size: 12px; line-height: 1.4; list-style: none; margin-top: 10px; padding: 0px;">
Il greenwash, letteralmente 'lavaggio verde', è un'operazione pubblicitaria, anzi sarebbe meglio dire una sorta di campagna per la raccolta di consensi, sempre più in uso fra le aziende che cercano di non mostrare, o di farsi perdonare, una coscienza ambientale piuttosto sporca.<br />
<br style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;" />
La denuncia della sua diffusione fra le aziende proviene da un articolo dell'<a href="http://news.independent.co.uk/business/analysis_and_features/article346250.ece" style="color: #a4342f; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none;" target="_blank">Independent</a>, dove si riferisce che fra le prime 100 aziende quotate alla London Stock Exchange - la Borsa londinese -una ogni cinque mostra chiari segni di greenwashing. Nel 1987 la "World Commission on Environment and Development" aveva inquadrato lo scopo comune di uno sviluppo sostenibile. Circa venti anni dopo, occorre constatare che moltissime aziende non rispettano le pratiche di responsabilità sociale e non sono ancora in grado di fornire delle chiare documentazioni sull'impatto ambientale, sociale ed economico generato dalle loro attività.<br />
<br style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;" />
Nel corso della passata settimana, la ACCA - Association of Chartered Certified Accountants - organismo che favorisce l'adozione di norme etiche e di governo delle imprese, ha premiato le aziende che hanno fornito i migliori documenti di responsabilità sociale, ma ha anche fatto notare l'inadeguatezza di molte altre imprese. Sembra che l'impiego ormai diffuso del bilancio sociale stia rischiando di diventare un nuovo mezzo di disinformazione.<br />
<br style="list-style: none; margin: 0px; padding: 0px;" />
Serena Patierno - Totem </div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-49258074924783957302013-02-23T06:32:00.000-08:002013-11-28T08:37:11.641-08:00Una scorciatoia (illusoria) tira l'altra. Il marketing virale è già un flop?<br />
<div class="headings" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; margin: 1em 0px;">
<h1 style="font-size: 1.3em; margin: 0px;">
Una scorciatoia (illusoria) tira l'altra. Il marketing virale è già un flop?</h1>
<div class="subhead" style="font-style: italic;">
L'idea era affascinante: sfruttare l'effetto «passaparola» per veicolare messaggi pubblicitari con poco sforzo e basso budget. Ma pubblico e abitudini variano più velocemente, spiazzando spesso la programmazione del marketing</div>
<div class="notes" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
13 settembre 2007 - Serena Patierno</div>
<div class="source" style="font-size: 0.9em; margin-top: 0.5em;">
Fonte: Il Manifesto (<a href="http://www.ilmanifesto.it/" style="color: #0000aa; text-decoration: none;">http://www.ilmanifesto.it</a>)</div>
</div>
<div id="article-text" style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;">
Sembrava l'uovo di Colombo: pubblicità facile, meno costosa, che si insinua senza apparire invasiva, che si riproduce attraverso il contagio nutrendosi della capacità di suscitare curiosità e simpatia. Parliamo del marketing virale, quel fenomeno che porta in rete video, immagini e motti che, a volte divertenti, a volte di dubbio gusto e sempre costruiti per carpire l'attenzione, navigano sfruttando la corrente incostante del passaparola e si diffondono in modo analogo a un virus, patologico o informatico che sia. E proprio come la bottiglia con il suo foglio arrotolato che senza vento e senza correnti marine resta in mare aperto, anche lo spot virale può non giungere mai a destinazione. Che nel suo caso sono le grandi masse.<br />
<br />
A tirare le fila di un decennio di più o meno presunte epidemie è intervenuta un'analisi della società di ricerca Jupiter Research, che snocciola numeri tali da giustificare il termine fallimento: il 40% dei professionisti pubblicitari in attività nella grande rete cercano l'effetto virale, ma lo scorso anno solo il 15% di lanci pensati per ottenerlo ha raggiunto l'obiettivo prefissato. Di conseguenza nel 2008 l'uso di questa tattica diminuirà del 55%. Di fronte a queste cifre lo studio propone anche una nuova via, perchè il messaggio della bottiglia non vada alla deriva. Uno degli esempi storici di marketing virale è «l'esperimento Mentos», una serie di video che mostrano l'unione infausta tra le omonime caramelle e la Coca-Cola: ovvero una reazione chimica che culmina nell'eruzione della bevanda a mo' di geyser. Video di cui peraltro, esistono diverse versioni grazie alla partecipazioni di sventurate cavie che sperimentano sulla propria pelle. Divertente? Su questo si può discutere; tuttavia accattivante, tanto che l'effetto virale fu assicurato e i due prodotti (e relativi marchi) cercarono di sfruttare la popolarità di quelle produzioni amatoriali, organizzando successivamente degli eventi ad hoc. Spesso insomma sono contenuti che si mascherano da «user generated», ma per trasformare l'individuo in agente pubblicitario inconsapevole sono sufficienti anche solo una riga in calce alle e-mail, un'immagine che invogli a cliccare, una barzelletta, un tasto consiglia a un amico», un test. La ragione dei fiaschi documentati da Jupiter è tattica più che strategico. A rendere complesso un compito a prima vista piuttosto banale interviene per esempio l'inquinamento pubblicitario: il sovraccarico visivo, uditivo e cognitivo del navigatore che per le troppe distrazioni spesso opta più o meno consapevolmente per ignorare in blocco ciò che non riguarda l'obiettivo della navigazione. Ma, soprattutto, a danneggiare le campagne è la mancata considerazione del profilo individuale di chi frequenta i luoghi più fertili per l'attecchimento del "virus": i siti di network sociale, che aggregano ogni giorno milioni di persone. Quali uomini e quali donne, quali caratteristiche personali si nascondono dietro ai profili di pixel e ai personaggi virtuali? La personalizzazione, insomma, è il segreto per il futuro: i profili, persino dell'aspetto psicologico, sono probabilmente la nuova frontiera di questo tipo di marketing. E, naturalmente, ogni prodotto deve individuare il proprio obiettivo e affidare alle correnti, a seconda della direzione e dell'intensità, diverse bottiglie. Attenzione però anche al palcoscenico scelto: i siti di social networking come MySpace e YouTube, per esempio, sono in continua trasformazione proprio in virtù della loro natura e attualmente l'età media degli utenti è in discesa. E qui sta il tranello: non appena si crede di aver inquadrato il pubblico, che invece rimane sfuggente o perlomeno in continua metamorfosi, si elaborano strategie che rischiano di essere obsolete fin dalla nascita.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-56666692217883497602013-02-23T06:27:00.005-08:002013-11-28T08:37:28.308-08:00Attenti ad Alureon, l'ultima minaccia per Windows Xp<br />
<b><span style="font-size: large;">Attenti ad Alureon, l'ultima minaccia per Windows Xp</span></b><br />
<i>Il colosso di Redmond sta combattendo contro il malware Alureon, in grado di rubare i numeri delle carte di credito e di impedire l'avvio dei computer</i><br />
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<a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_aprile_19/alureon-mianccia-windos-xp_f4813984-4ba9-11df-b8c5-00144f02aabe.shtml" target="_blank">Da Corriere.it</a><br />
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MILANO - Gli utenti di Windows XP sono in allerta. La causa è un insidioso malware che, per ironia della sorte, è facilitato proprio da un aggiornamento della stessa Microsoft. Se ne parla in rete da febbraio, quando la patch MS10-021 ha aggiornato gli ancora numerosissimi utenti di questo sistema operativo. È infatti in questo mese che il virus è stato in grado di raggiungere il cuore dei computer, il Kernel, per poi provocarne lo stallo totale.<br />
IL BSOD: BLUE SCREEN OF DEATH - Lo chiamano la schermata blu della morte. È simile a quella di avvio del pc, ma in realtà è sintomo del malware chiamato Alureon o anche TDL3 Rootkit. Solo ora Microsoft interviene con dichiarazioni ufficiali, dopo essersi rinchiusa in un iniziale silenzio, cercando fra le altre cose di arginare la diffidenza verso gli aggiornamenti che periodicamente diffonde. Avverte infatti che non installarli è una scelta molto rischiosa, anche se gli effetti del virus lo sembrano altrettanto, essendo in grado di rubare username, password e numeri di carte di credito.<br />
COME RIMEDIARE - Microsoft sta ponendo rimedio attraverso la modifica delle patch diffuse dal 16 aprile in poi. Queste ultime, le MS10-015, impediscono l'installazione dell'aggiornamento in caso di concomitanza con un rootkit o qualche altro virus in grado di compromettere la macchina. Lo scopo è di non complicare la situazione di un computer già in difficoltà, di impedire la famigerata schermata blu e di avere l'inconfutabile conferma dell'infezione. Questi interventi rimangono però preventivi ed è per questo che l'aggiornamento contiene uno strumento per esaminare il Kernel e rimuovere il malware.<br />
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Serena Patierno<br />
19 aprile 2010Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-88188974321057706112013-02-09T00:40:00.001-08:002013-02-23T06:29:00.283-08:00Red delicious, una storia lunga più di cent’anni | Gusto Sidro<a href="http://www.gustosidro.it/red-delicious-una-storia-lunga-piu-di-centanni/">Red delicious, una storia lunga più di cent’anni | Gusto Sidro</a>: <br />
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<a href="https://chrome.google.com/webstore/detail/pengoopmcjnbflcjbmoeodbmoflcgjlk" style="font-size: 13px;">'via Blog this'</a><br />
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<h1 style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 24px; margin: 6px 0px 20px; text-transform: uppercase;">
RED DELICIOUS, UNA STORIA LUNGA PIÙ DI CENT’ANNI</h1>
<div class="entry" style="background-color: rgba(255, 231, 194, 0.6); color: #26221f; font-family: 'Droid Sans', Frutiger, 'Frutiger Linotype', Univers, Calibri, 'Gill Sans', 'Gill Sans MT', 'Myriad Pro', Myriad, 'DejaVu Sans Condensed', 'Liberation Sans', 'Nimbus Sans L', Tahoma, Geneva, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 22px;">
<div class="social-ring" style="clear: both; font-size: 11px; height: 30px !important; line-height: 20px !important; margin: 20px 0px 0px; padding: 0px !important; text-align: right;">
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</div>
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="margin-bottom: 20px;">
Rossa, soda, leggermente allungata, molto succosa e dal profumo aromatico. È la Red delicious, la mela più venduta al mondo. Tutti la mangiano ma forse non tutti sanno che può vantare più di cento anni di storia: nata per caso, divenuta famosa per vocazione e sulla cresta dell’onda grazie alle continue sorprese che riserva al suo affezionato pubblico, a cui non viene mai a noia grazie alle sue innumerevoli varietà.</div>
<h3>
Nata per caso</h3>
<div style="margin-bottom: 20px;">
La mela rossa più famosa del globo è nata da un seme sconosciuto casualmente finito a ridosso di un tronco reciso di un altro melo, le cui radici insospettabilmente continuavano a sopravvivere. Siamo nel cuore degli Stati Uniti, nell’Iowa, alla fine del 1800, in un freddo clima continentale. Il signor Jesse Hiatt aveva mozzato il suo vecchio albero di Golden che sembrava ormai morto, ma quando ha visto i nuovi germogli ha deciso, incuriosito, di farli crescere e fruttificare. Qualche anno dopo, ecco la lieta sorpresa: un alberello dai pomi rosso rubino che oltre al colore invitante avevano anche un sapore delizioso.</div>
<h3>
Famosa per vocazione</h3>
<div style="margin-bottom: 20px;">
La nuova mela, che chiamò Hawkeye, era così buona che il signor Jesse decise di portarla a un concorso. Fu lì che venne scoperta dal signor Clarence Stark, il fondatore del gigante Stark Bro’s che ancora oggi inventa e commercializza le più famose mele del globo. Egli la trovò talmente irresistibile che si affrettò a comprarne tutti i diritti e la ribattezzò prima Stark delicious e poi Red delicious. I talenti del nuovo frutto furono così apprezzati che Clarence fece erigere attorno al piccolo promettente albero di casa Hiatt una pesante gabbia per evitare che chiunque potesse avvicinarsi tanto da poter rubare un ramo o un seme da ripiantare chissà dove.</div>
<h3>
Sulla cresta dell’onda</h3>
<div style="margin-bottom: 20px;">
La Red delicious che conosciamo oggi però non è la stessa che ha colpito il palato di Clarence Stark. Nemmeno il colore è più quello: questa mela nel frattempo ha subito numerose mutazioni spontanee. La pianta è infatti naturalmente soggetta a continui cambiamenti che si manifestano nei boccioli di uno stesso albero. Ogni fioritura, di ramo in ramo, può portare un bagaglio genetico differente. Se un ramo con un bocciolo diverso si recide e si ripianta, l’intero nuovo alberello avrà le caratteristiche genetiche mutate rispetto al tronco di origine e darà delle mele che in qualche particolare si discostano da quelle da cui è nato. Questo, non c’è dubbio, è il melo più imprevedibile che si sia mai visto e riserva continue dolci sorprese.</div>
<h3>
La mela dai mille volti</h3>
<div style="margin-bottom: 20px;">
Ecco perché esistono così tante varietà di Red delicious, sia registrate che del tutto casuali e impreviste. Solo per citarne alcune, esistono la Ruby red, la Royal red, la Top red, la Starkrimson, la Early Red One e centinaia di altre ancora. La Red delicious originale di oggi, invece, è più intensamente rossa di quella che fece innamorare il signor Stark. E non è solamente un caso: si è scelto volontariamente di portare avanti, fra le tante mutazioni, quella più colorata poiché pareva essere la preferita dai compratori che associano un bel colore vivo a un buon sapore gustoso. E l’originale? Niente paura, si può ancora ottenere: è infatti conservata a Geneva, nello stato di New York, insieme alla vasta collezione di varietà di mele curata dal dipartimento dell’Agricoltura americano.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-80781889524987259222013-01-08T00:29:00.003-08:002013-01-08T00:29:43.508-08:00La nuova moda del micro-pubDa: <a href="http://www.gustosidro.it/la-nuova-moda-del-micro-pub/" target="_blank">Gusto Sidro</a><br />Il distretto di Thanet, una provincia dell’Inghilterra sud-orientale, ha lanciato la moda del micro-pub. Ne possiede già qualcuno e il loro successo induce sempre più imprenditori a occuparsene. Ed è così che all’orizzonte si affaccia il progetto di tre locali nuovi di zecca ispirati a quella che non è solo una valutazione dei metri quadri del locale destinato alle taverne ma soprattutto un modo di vivere la gioia della degustazione; una maniera di bere che si sta rivelando vincente.<br /><br />
<b>La moda del micro</b><br /><br />Siamo nel Kent, la regione nota soprattutto per Canterbury e la sua bella cattedrale gotica, una delle più antiche dell’intera Inghilterra, dove trovò la morte nel 1170 l’arcivescovo Thomas Becket. E che ispirò a Geoffrey Chaucer i famosi racconti omonimi. Ma oltre all’arte, alla storia e alla letteratura, ci sono le mele e il sidro, che sono pure molto importanti per gli abitanti del luogo e i turisti. E proprio i primi pare che preferiscano gustare i loro prodotti fermentati non al chiasso dei soliti pub, non al seguito dell’intrattenimento organizzato, bensì nell’intimità e nel tepore di un’atmosfera casereccia e calma. Nasce così il micro-pub, il locale che si caratterizza per le dimensioni ridotte e per la mancanza di qualsivoglia distrazione. La sua nascita si deve a molti fattori, fra cui anche la mancanza di grandi spazi e di fondi necessari a crearli e mantenerli ma soprattutto a un nuovo modo di pensare il bicchiere, incoraggiato dal desiderio di concentrarsi nella degustazione lenta e attenta di ciò che si sta bevendo.<br /><br />
<b>Sidro e birra a prezzi contenuti</b><br /><br />L’idea di fondo dei micro-pub è che sia arrivato il momento di ridare l’importanza dovuta al contenuto del bicchiere, alla bevanda pura e semplice, eliminando tutti i fronzoli fra cui anche la musica. Tanto spazio quindi al momento magico in cui si entra in una taverna, ci si siede e si chiude con le asprezze del quotidiano grazie alla bontà di una pinta di sidro. Il tempo si può trascorrere in compagnia, ma senza troppe distrazioni né trambusto. Grazie alla mancanza di quanto è definito “inutile”, anche i prezzi saranno più contenuti mentre la qualità dell’offerta resterà alta. Nei micro-pub ricchissimi saranno quindi i menù mentre si preannuncia esigente o quanto meno non impreparata la frequentazione. Sono questi i principi ai quali si ispireranno i tre nuovi locali in procinto di nascere: Four Candles, The Chapel (di cui abbiamo parlato qui) e un terzo per il quale il suo microimprenditore Lee Birch non ha ancora stabilito un nome. E nascono in luoghi che potrebbero sembrare rimediati ma che invece promettono interessanti atmosfere come ex macellerie seminterrate e vecchie cappelle in disuso.<br />
<br />
Serena PatiernoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-87145018630381542112012-12-13T08:22:00.004-08:002012-12-13T08:22:52.741-08:00Lavorare con Franco<div class="doc">
<div class="articolo">
<div class="testo">
<div class="p">
<span class="span" id="krdB" style="font-weight: bold;"><a href="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/30/franco_carlini_ricordo.shtml" target="_blank">Da Corriere.it </a></span></div>
<div class="p">
<span class="span" id="krdB" style="font-weight: bold;">L'ultima e-mail</span>
che abbiamo ricevuto da Franco è arrivata ieri sera alle 21 e 54. Ci
chiedeva di apportare un paio di modifiche all'ultimo articolo <a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4641726960308427021" target="">http://www.visionpost.it/index.asp?C=1&I=2340</a>
che aveva scritto su VisionPost, il magazine online che avevamo da poco
lanciato. Anche questo era lavorare con Franco. Anzi, questo era
lavorare con Franco. E così è stato fino all'ultimo. Ricevere e-mail,
sms, segnalazioni via chat, telefonate ad ogni ora del giorno era
qualcosa a cui dovevi abituarti in fretta. Perché un pezzo, una notizia,
una riflessione non avevano mai la parola fine, erano sempre
suscettibili di ulteriori approfondimenti. Scherzando, ma non troppo, si
potrebbe dire che era come se le caratteristiche di Internet, il medium
che aveva adottato e nel quale ci aveva cresciuti professionalmente,
fossero ormai dentro lui: senza orari, senza limiti in una discussione
senza interruzione. <br />
<br />
<span class="span" id="kLJI" style="font-weight: bold;">Qualcuno potrebbe pensare che era la Rete</span>
ad averlo influenzato. No. Più semplicemente nella Rete aveva trovato
il luogo di espressione che più si addiceva al suo modo di lavorare, che
era poi anche un modo di pensare e di ragionare. Bisognava abituarsi in
fretta a vederlo entrare nella stanza con un foglio in mano, il tono
scherzoso e gli occhi luccicanti. Aveva scoperto, un'altra volta, una
nuova notizia, un'idea, una tendenza e voleva (doveva) parlarne con noi,
condividere, approfondire. In quei momenti non c'era verso: qualsiasi
cosa stessi facendo, fosse anche la consegna più urgente, eri
bonariamente costretto a interrompere e ascoltarlo, assecondarlo,
contraddirlo. <br />
<br />
<span class="span" id="kvCH" style="font-weight: bold;">Certe volte, possiamo confessarlo col sorriso,</span>
vivevamo la conclusione di quelle discussioni con un po' di sollievo.
Si poteva, finalmente, tornare al lavoro quotidiano e alle sue scadenze,
alla rassicurante routine. Ma poi era sempre uno stupore, leggendo uno
dei suoi pezzi, scoprire come aveva trasformato quella discussione
destrutturata e caotica, quelle considerazioni buttate lì in qualcosa di
organico e sorprendente. Era un piacere, un piacere pieno di
meraviglia, osservare come aveva svolto il groviglio delle suggestioni
emerse in quelle specie di brainstorming in modo logico, chiaro e,
spesso, illuminante aggiungendo ai fatti e ai fenomeni quel qualcosa in
più che era lui, Franco. Franco e il suo cervello, nemico di qualsiasi
struttura, che poteva esprimersi solo in un ambiente fluido, senza
gerarchie e con tempi e ruoli poco definiti come quello che aveva creato
e in cui lavoriamo.<br />
<br />
<span class="span" id="kvZB" style="font-weight: bold;">Solo in questo contesto,</span>
ne siamo convinti, poteva germogliare quel che ci ha lasciato dal punto
di vista professionale in questi dieci anni di contatto quotidiano: la
curiosità dirompente, quasi infantile, la gioia per il ragionamento e
per l'avventura critica, l'euforia e la fatica del pensiero e dello
scavo intellettuale, il divieto di accontentarsi dei meri fatti e delle
opinioni ricevute. <br />
<br />
<span class="span" id="kv2E" style="font-weight: bold;">Quel che ci ha lasciato dal punto di vista umano,</span>
invece, è impossibile persino provare a riassumerlo in queste poche
righe. Perché è nell'amicizia che ci legava a lui e in quella che ci
lega l'uno l'altro, colleghi di Totem attuali e passati. Una cosa però
possiamo dirla: sono proprio questi legami la cosa che lo rendeva più
orgoglioso e felice. <br />
<br />
<span class="span" id="kf5B" style="font-style: italic; font-weight: normal;">La redazione di Totem</span>
<br />
<span class="span" id="kFeH" style="font-style: italic;">Simona
Campanella, Elena Visconti, Cinzia Ascari, Alessandra Carboni, Gabriele
De Palma, Emanuela Di Pasqua, Matteo Fracasso, Carola Frediani, Luciano
Lombardi, Francesca Martino, Raffaele Mastrolonardo, Diego Mattarocci,
Serena Patierno, Eva Perasso, Barbara Roncarolo, Marina Rossi, Andrea
Scaramussi, Carola Traverso, Valentina Tubino. </span>
<br />
<br />
</div>
<div class="p">
</div>
<div class="p">
</div>
<div class="firma">
</div>
</div>
</div>
</div>
<div class="data-pubb">
31 agosto 2007</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-6101387120837272542012-12-13T08:13:00.006-08:002012-12-13T08:16:02.644-08:00Barriera corallina con carrozze del metrò<h2>
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Battezzata Red Bird Reef, come il marchio dei treni di Manhattan, è popolata da numerosi pesci </span></span></h2>
<span style="font-weight: bold;">
</span>
<table align="left" class="foto-h-left" style="width: 1px;">
<tbody>
<tr>
<td><br /></td>
</tr>
<tr>
<td><br /></td>
</tr>
</tbody></table>
DELAWARE (Usa) – I fondali marini, soprattutto vicino
alle coste, non sono quasi mai immuni dai rifiuti umani. Nel Delaware,
però, accade dal 2001 che nel mare si gettino scarti non per trascuratezza e alla chetichella ma volontariamente e secondo un piano
prestabilito. Non tutti i rifiuti, ma solo le carrozze della
metropolitana dismesse dal servizio. E con grande gioia dei pesci, che
popolano questi relitti industriali così come fanno lungo le coste di
altri parti del mondo con le vecchie navi inabissate. Sì, poiché pare
che la fauna marina apprezzi particolarmente i vagoni abbandonati e li
colonizzi in massa tanto che la discarica continua a essere alimentata
di rottami al fine di creare una stabile barriera corallina artificiale a
29 metri di profondità e a 16 miglia marine (30 km circa) dalla costa,
battezzata Red Bird Reef, come il marchio dei treni di Manhattan da cui
prende vita.
<span style="font-weight: bold;">SOVRAFFOLLAMENTO SOTTOMARINO</span> –
Quelle che una volta erano vetture in cui le persone si affollavano,
oggi sono teatro di una corsa fra pesci che gareggiano a chi arriva
prima per assicurarsi un posticino. Le platesse amano accumularsi tra i
vagoni, le cozze apprezzano il limo che si forma sui soffitti, le orate
litigano per avere accesso ai vagoni e le spugne marine crescono in ogni
dove, beatamente al riparo da correnti e altri pericoli. Il tratto di
fondale interessato da questo curioso fenomeno, come spiega al sito del <a href="http://www.nytimes.com/2008/04/08/us/08reef.html" target="_blank"><u>New York Times </u></a>Jeff
Tinsman del Department of Natural Resources, si è vistosamente
ripopolato tanto che altri Paesi statunitensi pensano di ripetere
l'esperienza e competono per assicurarsi le metropolitane di New York,
che smista i rottami gratuitamente a differenza di altre città che
invece per disfarsi dei vecchi treni si fanno pagare. <br />
<span style="font-weight: bold;">SOVRAFFOLLAMENTO DI PESCATORI</span> –
La concorrenza non c'è solo nella fornitura di vetture ma anche fra i
pescatori che – attratti da un'area marina che dal 1997 a oggi si è
trasformata da desertica a sovraffollata – sono passati dalle 300 alle
10 mila trappole. Ora lo Stato del Delaware è perfino preoccupato dalla
microcriminalità che appesta il luogo: non solo si verificano furti di
pesce ma perfino delle reti usate per catturarli. Tanto che le autorità
sono arrivate a chiedere alla marina federale di chiudere la zona ai
grandi commercianti ittici. <br />
<div class="right" id="rectangle right">
</div>
<span style="font-weight: bold;">POLEMICHE </span>– Gli organi statali e
federali per l'ambiente hanno già dato il benestare perché l'operazione
continui e anzi si estenda ai fondali di altri Stati. Le accuse degli
ambientalisti che ricordano la presenza di amianto nella colla usata per
costruire i vagoni metropolitani, sono respinte al mittente: l'amianto
non sarebbe un rischio né per la vita sottomarina né per gli esseri
umani in quanto non trasportato per via aerea. <br />
Serena Patierno<br />
<b>09 aprile 2008</b><br />
<b><a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_aprile_09/barriera_corallina_carrozze_3259b9f4-0636-11dd-aa36-00144f486ba6.shtml" target="_blank">Da Corriere.it</a> </b><span class="modified"></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-55792550389737578022012-12-13T08:06:00.001-08:002012-12-13T08:06:32.216-08:00L'alba si specchia sui palazzi di Google<h2>
<i><span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_aprile_17/google_3d_f0f5a3da-0c82-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml" target="_blank">Da Corriere.it </a></span></i></h2>
<h2>
<i><span style="font-weight: normal;">Arriva la versione 4.3 di Google Earth e porta con sé la terza
dimensione e la luce naturale che cambia con lo scorrere del tempo</span></i></h2>
<b>MOUNTAIN VIEW</b> - Google Earth, il globo virtuale in tre dimensioni
che riproduce dettagliatamente la Terra, grazie all'ultima versione 4.3
(in fase beta) si arricchisce di nuove funzioni pensate per rendere
l'esperienza del navigatore sempre più realistica: costruzioni in 3D
che, volendo, possono essere anche illuminate dalle varie sfumature di
luce tipiche dei diversi momenti della giornata. Le novità riportano il
software di Google sulla cresta dell'onda, almeno fino a quando le
concorrenti Yahoo o Microsoft – anch'esse impegnate nel continuo
sviluppo di mappe online – non faranno la loro contromossa. <br />
<b>
</b><br />
<table align="right" class="foto-h-right" style="width: 1px;">
<tbody>
<tr>
<td><br /></td>
</tr>
<tr>
<td><br /></td>
</tr>
</tbody></table>
<b>LE NOVITÀ</b> – Il nuovo servizio, ancora in via di
sviluppo e per questo incompleto in alcuni particolari, aggiunge alle
tante funzionalità del globo di Google (istantanee delle strade,
fotografie artistiche, video da YouTube, mappe delle stelle) due nuovi
bottoni. Il primo, "Edifici in 3D", una volta selezionato, fa spuntare
sullo schermo i modelli virtuali di alcune famose zone di città come New
York, Boston e Tokyo o architetture storiche come il Colosseo di Roma.
Il secondo invece introduce il tempo: una linea che rappresenta lo
scorrere delle ore del giorno permette di scegliere il tipo di luce
preferito ed eventualmente anche di assistere agli effetti che alba e
tramonto hanno sulle costruzioni.
<div class="right" id="rectangle right">
</div>
<b>CONDIVISIONE</b> – Nuovi comandi rendono l'esplorazione più agevole:
due rotelle a mo' di bussola per spostarsi nello spazio e per cambiare
l'angolazione della visuale. Con l'aggiunta di una "N" a indicare sempre
il nord, per chi perde l'orientamento. Google inoltre invita anche alla
partecipazione: gli utenti possono inviare allo spazio condiviso (3D
Warehouse) offerto dal motore di ricerca più usato al mondo le proprie
ricostruzioni tridimensionali, per arricchire quello che è ancora un
servizio limitato a una dozzina di città.<br />
Serena Patierno<br />
<strong>17 aprile 2008</strong><br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-37596461341091708722012-12-13T08:03:00.000-08:002012-12-13T11:36:32.608-08:00Attenti ad Alureon, l'ultima minaccia per Windows Xp<h2>
<span id="evid"><a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_aprile_19/alureon-mianccia-windos-xp_f4813984-4ba9-11df-b8c5-00144f02aabe.shtml#"></a></span><a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_aprile_19/alureon-mianccia-windos-xp_f4813984-4ba9-11df-b8c5-00144f02aabe.shtml" target="_blank">Da Corriere.it </a></h2>
<h2>
Il
colosso di Redmond sta combattendo contro il malware Alureon, in grado
di rubare i numeri delle carte di credito e di impedire l'avvio dei
computer</h2>
<b><b>
</b></b>
<br />
<table align="left" class="foto-h-left" style="width: 1px;">
<tbody>
<tr>
<td><img align="left" alt="" border="0" height="140" src="http://www.corriere.it/Media/Foto/2010/04/19/Windows_XP_Logo_B1--180x140.jpg" title="" width="180" /></td>
</tr>
<tr>
<td><br /></td>
</tr>
</tbody></table>
<b><b>
</b>MILANO -</b> Gli utenti di Windows XP sono in allerta. La causa è un
insidioso malware che, per ironia della sorte, è facilitato proprio da
un aggiornamento della stessa Microsoft. Se ne parla in rete da
febbraio, quando la patch MS10-021 ha aggiornato gli ancora
numerosissimi utenti di questo sistema operativo. È infatti in questo
mese che il virus è stato in grado di raggiungere il cuore dei computer,
il Kernel, per poi provocarne lo stallo totale.
<b>IL BSOD: BLUE SCREEN OF DEATH - </b>Lo chiamano la schermata blu
della morte. È simile a quella di avvio del pc, ma in realtà è sintomo
del malware chiamato Alureon o anche TDL3 Rootkit. Solo ora <a href="http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/8624560.stm" rel="nofollow" target="_blank"><u>Microsoft interviene con dichiarazioni ufficiali</u></a>,
dopo essersi rinchiusa in un iniziale silenzio, cercando fra le altre
cose di arginare la diffidenza verso gli aggiornamenti che
periodicamente diffonde. Avverte infatti che non installarli è una
scelta molto rischiosa, anche se gli effetti del virus lo sembrano
altrettanto, essendo in grado di rubare username, password e numeri di
carte di credito. <br />
<div class="right" id="rectangle right">
</div>
<b>COME RIMEDIARE -</b> Microsoft sta ponendo rimedio attraverso la
modifica delle patch diffuse dal 16 aprile in poi. Queste ultime, le
MS10-015, impediscono l'installazione dell'aggiornamento in caso di
concomitanza con un rootkit o qualche altro virus in grado di
compromettere la macchina. Lo scopo è di non complicare la situazione di
un computer già in difficoltà, di impedire la famigerata schermata blu e
di avere l'inconfutabile conferma dell'infezione. Questi interventi
rimangono però preventivi ed è per questo che l'aggiornamento contiene
uno strumento per esaminare il Kernel e rimuovere il malware.<br />
Serena Patierno<br />
<b>19 aprile 2010</b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-13947819195838648852012-12-13T06:15:00.000-08:002012-12-13T06:15:09.410-08:00L'uomo è irrazionale, di natura<a href="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/09_Settembre/05/irrazionali.shtml" target="_blank">Da Corriere.it </a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" id="corpo-titolazione"><tbody>
<tr><td id="titolazione" valign="top"><div id="div-titolazione">
<div class="doc">
<div class="articolo">
<div class="titolazione">
<div class="sommario">
<span class="sommario"><i>La lotta degli scienziati alle credenze e alle superstizioni è inutile. La mente umana è profondamente legata all'irrazionale. </i><br /><br />
</span>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</td>
<td id="articletools" valign="top">
<div id="articletools">
<br /></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="doc">
<div class="articolo">
<div class="testo">
<div class="p">
<b class="b">BRISTOL (GRAN BRETAGNA) -</b> È un'antichissima querelle
quella che oppone i sostenitori dell'uomo razionale agli assertori
dell'irrazionalità umana, ma il tema non è mai esaurito: le
argomentazioni e le apologie sembrano non essere in nessun caso
sufficienti. L'unica novità sembra essere che oggi, per decidere da che
parte si sta, non si va a leggere Cartesio né si consulta Pascal,
piuttosto si guarda con fiducia solo ai risultati della scienza. E
proprio dalla scienza arriva uno studio dello psicologo Bruce Hood,
della Bristol University, che dimostra la «naturalità dell'innaturale»,
anzi, l'esigenza dell'irrazionale, che agisce in ognuno fin
dall'infanzia. </div>
<div class="p">
<b class="b">RAGIONE O SENTIMENTO -</b> Le credenze magiche e religiose
non sono una scomoda reminiscenza del passato dell'umanità. Inutile
credere di liberarsene associandole alle tribù primitive, all'infanzia
del pensiero, all'ignoranza o peggio alla follia. Sono invece - spiega
il professor Hood - parte integrante della nostra mente. «Credo sia
ottuso pensare che sia possibile indurre la gente ad abbandonare i
propri sistemi di credenze, e non c'è evidenza scientifica che tenga».
Le posizioni più intransigenti dei sostenitori dell'evoluzionismo, se si
vuol mantenere una ragionevole neutralità e libertà di pensiero, sono
alla fine controproducenti. Non è vero infatti che esistono persone
razionali e altre irrazionali, le prime progressiste e le altre
conservatrici e portate all'interpretazione religiosa del mondo. Ognuno
di noi, invece, ha in sé un corredo di irrazionalità - di cui la
religione non è che la cornice ideale - in cui sentimenti e istinti
giocano un ruolo di primo piano. È sufficiente pensare a tutte le
decisioni che ogni individuo si trova a dover compiere nel corso
dell'esistenza. Chi è pronto a sostenere di aver sempre preso la strada
più razionale, scagli la prima pietra: spesso è l'amore, o l'istinto, a
decidere nei momenti topici. Fra l'altro, non di rado si tratta di
meccanismi «vitali». L'approssimazione, ad esempio, ci protegge dai
pericoli che impongono risposte immediate, in cui una serie di calcoli
corretti sarebbe assolutamente controproducente. </div>
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<b class="b">ESPERIMENTI CONCLUSIVI? - </b>Bruce Hood ha prodotto degli
esempi rivelatori: ad un gruppo di persone è stato chiesto di indossare
un normale cardigan in cambio di 10 sterline. Naturalmente le mani
alzate sono state la maggioranza. Poco dopo è stato rivelato che il
maglione era stato indossato da un famoso killer. Risultato: le mani
alzate si sono ritratte. Ma ogni giorno è fin troppo comune riscontrare
comportamenti di questo genere, dal pedone che fermo al semaforo decide
di attraversare col rosso quando vede che qualcun altro lo fa - effetto
gregge - fino agli studiatissimi e innumerevoli errori cognitivi, che
accomunano il comportamento e le scelte della maggior parte degli
individui. Impossibile tirare le somme? L'idea di un progresso del
pensiero coronato dalla conoscenza perfetta e totale dello scibile è
nata in compagnia del pensiero stesso. Ma la scienza è ricerca, per sua
natura rivoluzionaria, e proprio dalla scienza arriva puntualmente
l'impulso alla decostruzione. La tela di Penelope è ancora, di diritto,
un ottimo spunto di riflessione. </div>
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<div class="firma">
Serena Patierno</div>
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<div class="data-pubb">
05 settembre 2006</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4641726960308427021.post-35147327104607868942012-12-12T09:56:00.001-08:002012-12-12T09:56:38.862-08:00La barba, il sidro e lo SteampunkTratto da <a href="http://www.gustosidro.it/la-barba-il-sidro-e-lo-steampunk/" target="_blank">Gusto Sidro</a><br />
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L’inizio dell’autunno coincide per molti con l’inizio della stagione del sidro. È l’epoca della raccolta delle mele, e quindi anche quella in cui ha inizio il lungo processo di sidrificazione. Che comincia con la pressatura dei frutti e finisce con l’invecchiamento della bevanda nelle botti. Ecco perché l’antica cantina Leonard Oakes, fondata dal nonno degli attuali proprietari e che sorge a Medina, nello stato di New York, ha scelto il primo settembre come data per celebrare il suo sidro con un originale evento: lo Steampunk festival, ideato non solo come lancio commerciale di un prodotto ma anche per condividere un retroscena culturale ben preciso.<br />
Punk al vapore<br />
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Parliamo della cultura Steampunk, che si può riassumere con l’ormai classica definizione: “ciò che sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima”. Questo che oggi è un movimento piuttosto diffuso nato come genere letterario, è un mondo immaginario che colloca eventi, invenzioni e oggetti futuristici in un retroscena antico, per lo più vittoriano, in cui la scoperta della forza del vapore (steam in inglese) la fa da padrona e suggerisce gran parte del patrimonio di idee e immagini che lo costituiscono. Ci si può chiedere che cosa il sidro abbia a che fare con tutto questo e la risposta è: molto. Ma tutti i retroscena di questa storia così particolare ce li rivela chi nella Leonard Oakes winery (vineria e sidreria) ci lavora: Jerod Thurber, del clan familiare, che il sidro lo fa con le sue mani e si occupa anche di ideare e coordinare tutti gli eventi a esso connessi. Quello che subito ci racconta per illuminare uno scenario che a un primo approccio pare oscuro è che «la cultura Steampunk fonde essenzialmente due epoche, quella del futuro e quella del passato, per creare una realtà nuova e inedita, proprio come il sidro», che viene dal passato remoto ma che rappresenta, visti i trend di vendita, il futuro per il palato degli americani, e non solo. E il cui gusto può essere sempre reinventato.<br />
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Lo Steampunk che esalta il sidro<br />
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Il sidro: il sapore di una bevanda antichissima e ricca di tradizioni millenarie, una vecchia pressa a vapore e un matrimonio molto singolare. Si potrebbe riassumere così la nascita del festival di Medina, che ha esordito appena l’anno scorso, nel 2011. Quello di quest’anno, ci spiega Jerod entusiasta, è andato al di là delle aspettative: «Nel 2011, infatti, lo abbiamo organizzato in sole due settimane e siamo riusciti a raccogliere un centinaio di persone ma quest’anno, avendo il tempo di organizzare tutto meglio, abbiamo radunato ben 550 persone». L’idea di fare una festa in stile Steampunk nasce dalla duplice natura che questa fattoria, fondata da nonno Oakes, ha ravvisato nel sidro. Da una parte il passato e la tradizione, quella che, senza andare troppo lontano, vede il sidro risalente ai Padri fondatori che lo hanno trapiantato dalla Gran Bretagna fino agli Stati Uniti; e dall’altra il presente e il futuro del mercato americano in cui il nettare di mela va alla grande e la cui caratteristica principale è l’orientamento verso un sapore molto fruttato. Ecco perché il sidro con l’etichetta Steampunk racchiude un «forte e dolce aroma di frutta ma con un retrogusto amaro, aspro e un po’ eccentrico, proprio come piaceva agli inglesi». E poi c’è la vecchia pressa degli Oakes, funzionante proprio a vapore e che viene ancora conservata.<br />
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Come si svolge questo singolare festival del sidro?<br />
«Quando abbiamo ideato il festival – spiega Jerod – volevamo essere certi che nessuno si potesse annoiare e che ci fosse sempre qualcosa di interessante da vedere o fare. Ecco allora vere e proprie vagonate di cibo, presentazioni di antichi mestieri come quello del fabbro o del produttore di lampade vecchio stile; musica, mercatini a tema, rappresentazioni teatrali, degustazione di birra e di sidro, proiezione di film legati alla cultura Steampunk, duelli con pistole finte e, ciliegina sulla torta, una gara di barba e baffi. E con questa ricetta abbiamo richiamato persone da ben 13 differenti stati, Canada incluso». Questa formula che include così tanto intrattenimento ha dato vita a una festa movimentata, senza sosta, dove le persone hanno scatenato la propria fantasia reinventandosi al passato e presentandosi in costume. Occhialoni stile aviatore con dettagli rigorosamente in vero cuoio, vestiti scuri per le donne, ricercati e più colorati per gli uomini che sfilavano orgogliosi del proprio frac, con il capo coperto da bombette dall’altezza sproporzionata. E poi corsetti di pelle nera, pizzi e scollature generose che mescolano il desiderio di anni Ottanta al rigore vittoriano continuamente spezzato e invaso dalle esigenze di un futuristico mondo in cui la praticità del vestire accorcia in modo solo apparentemente causale le gonne, che diventano strappate e piene di tasche e cinture. Per portare le armi, rese necessarie dal contatto con l’ignoto e l’alieno di un mondo già in relazione con altre galassie. Infine, tanta peluria. Vale a dire barba e baffi a volontà, da premiare con un concorso.<br />
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Perché una gara di barba e baffi?<br />
«Molto semplice, perché la barba e i baffi sono un aspetto fondamentale dell’estetica dell’epoca Vittoriana. Nessun uomo adulto di allora ne era privo, era il loro gusto», e il contest celebra questo aspetto così anacronistico, che prevede anche «una vera e propria premiazione con tanto di trofei per la barba migliore, il baffo migliore, e un terzo riconoscimento per chi i peli in viso li mette finti», ma con classe. Il tutto, con tanto di giuria.<br />
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Pensate alla terza edizione del festival?<br />
«Il successo dell’evento ci incoraggia a pensare che ogni primo giorno di settembre di ogni anno prossimo a venire si possa replicare questa bella esperienza. Noi continueremo a produrre idee per arricchire questo evento così eclettico che è perfetto per inaugurare la stagione del sidro. Secondo noi può diventare un po’ come la festa del vino novello, il 15 novembre!» (Vale a dire quello che da noi è San Martino, l’11 novembre, n.d.r.).<br />
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Come nasce l’amore per il sidro che ha spinto questa piccola azienda a lanciarsi con un’iniziativa così singolare?<br />
«Le mele sono intorno a noi da tutta la vita. La famiglia Oakes, quella che ora porta avanti la fattoria dell’avo Leonard a cui è dedicata, per ben 4 generazioni ha coltivato mele. Certo non solo quelle ma 10 anni fa ci siamo lanciati e, assieme all’uva, abbiamo iniziato a piantare anche 11 vecchie varietà di mele da sidro inglesi proprio per ricollegarci alla tradizione e Jonathan, pronipote di Leonard Oakes, ha cominciato a sperimentare le tecniche, ad affinare i suoi strumenti, diventando grande esperto di fermentazione. L’idea di legare il sidro allo Steampunk nasce proprio da lui».<br />
Tratto da <a href="http://www.gustosidro.it/la-barba-il-sidro-e-lo-steampunk/" target="_blank">Gusto Sidro</a>Unknownnoreply@blogger.com0